Adriano Olivetti, Carlo Scarpa e il Negozio di Venezia

Adriano Olivetti, Carlo Scarpa e il Negozio di Venezia

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Adriano Olivetti, Carlo Scarpa e il Negozio di Venezia
Negozio Olivetti

23 maggio 2018

Come nasce il Negozio Olivetti? Qual è il legame tra l'imprenditore illuminato e il geniale architetto che lo ha creato?

Elena Tinacci, storica dell'architettura, scrive nella sua tesi di dottorato "Carlo Scarpa e Adriano Olivetti. Storia di un progetto culturale tra scritti critici e committenze architettoniche": "L’Olivetti naturalmente ha già una filiale a Venezia: sin dal 1938 su progetto di Marcello Nizzoli viene aperto un negozio nel Bacino Orseolo, nei pressi di piazza San Marco, a pochi metri dal fondaco su cui interverrà Carlo Scarpa vent’anni più tardi.

Sotto la direzione di Emilio Lepscky, nel 1956 si provvede al rinnovamento dello spazio espositivo su progetto di Gian Antonio Bernasconi: all’interno viene collocato un grande mosaico realizzato da artigiani veneziani su disegno di Giovanni Pintori. Il soffitto a nido d’ape e i pavimenti in marmo serpentino e botticino a due colori conferiscono all'ambiente un tono elegante e vivace. Pur tuttavia, Adriano Olivetti per la città lagunare ha in mente un progetto più ambizioso, ossia uno showroom che trasmetta in modo unico e originale il senso del colto programma dell’azienda e che, al pari di questa, sappia far convivere storia e modernità, arte e tecnica. Ed è per questo che, a quanto riferisce Renzo Zorzi, l’Ingegnere verificò la disponibilità di spazi in piazza San Marco e riuscì ad affittare un fondo di proprietà delle Assicurazioni Generali situato sotto i portici delle Procuratie Vecchie.

Sul conferimento vero e proprio dell’incarico a Carlo Scarpa non vi sono documenti da cui sia possibile dedurre una data esatta. La vicenda è affidata ad una tradizione orale in cui la realtà dei fatti sembra essere avvolta da un’aura epica, peraltro alimentata nel tempo dallo stesso Scarpa: 'Quando il contesto è obbligato forse un lavoro diventa più facile. Consideriamo il caso del negozio Olivetti. Il negozio era costituito da una parte anteriore e, dopo un muro, c’era un altro ambiente. Bisognava salire al piano superiore; vi erano degli spazi obbligati, un pilastro centrale, due finestre – dove mettere la scala? Ho deciso di metterla nel punto dove guadagnavo degli spessori. Dovevo anche violentare le cose; mettendola nel punto più difficile, potevo buttar via – e mi interessava buttare via. In tal modo potevo cogliere meglio la lunghezza. Intuito il problema, si comincia ad operare - la scala è piuttosto bella, sono blocchi di marmo accostati […]. Le cose a me vengono lentamente, se c’è uno spunto di partenza.

La conclusione dovrebbe trovare ragioni razionali, ineluttabili, che però non hanno niente a che fare con il razionalismo ed il funzionalismo. È una scala costosissima. Però Olivetti poteva permettersela – per il re si può fare un palazzo reale…E poi il tema era: ‘Un biglietto da visita in Piazza San Marco’. Non un negozio qualunque. Chiesi al committente: ‘Cosa volete? Devo fare degli uffici?’ – ‘No, no…un biglietto da visita’…' (R. Zorzi, Per una storia dei rapporti tra Scarpa e Olivetti, cit. , p.2)".

Questa sera il Negozio Olivetti prolunga il suo orario di apertura per una speciale visita guidata con Elena Tinacci, dedicata al rapporto tra Olivetti e Scarpa, alle 18.30.Per informazioni e prenotazioni fainegoziolivetti@fondoambiente.it - Tel. 041.5228387

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