Abusivismo edilizio, 75mila casi ogni anno

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Abusivismo edilizio, 75mila casi ogni anno
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17 ottobre 2013

Ottocento milioni di metri cubi: è questo il volume degli edifici abusivi edificati in Italia dal 1948 ad oggi. Bisogna fermare questo fenomeno che danneggia il nostro territorio e prendersi cura del paesaggio: dal 1975 il FAI si impegna per questo ogni giorno. Per proseguire nella nostra missione abbiamo bisogno anche del tuo sostegno.

L'abusivismo edilizio è una piaga che affligge il nostro Paese a partire dagli anni 70, quando la crisi economica ha scatenato una vera e propria “corsa al mattone”: in tutta Italia vennero costruite abitazioni abusive, che violavano le norme in materia, le seconde case, vuote per molti mesi all'anno, devastarono alcuni degli angoli più belli delle nostre coste.

Risale al 1985 il primo condono edilizio: una “sanatoria” che consentì di regolarizzare gli immobili costruiti senza autorizzazione. I condoni si sono ripetuti nel 1994 e nel 2003. In Italia l'abusivismo edilizio ha raggiunto proporzioni notevoli.

L'abusivismo edilizio: i dati

Secondo i dati del Dossier "Terra Rubata" di FAI e WWF:

  • Dal 1948 a oggi si registrano 4,6 milioni di abusi edilizi: 75mila l'anno e 207 al giorno
  • Nello stesso periodo sono stati costruiti 450mila edifici abusivi (7.433 l'anno e 20 al giorno) per un totale di 1 milione e 700mila alloggi abusivi abitati da circa 6 milioni di abitanti
  • In termini di volumetrie, tra grandi e piccoli abusi, sono stati edificati illegalmente 800 milioni di metri cubi
  • Due terzi degli abusi edilizi si concentrano in 5 Regioni (Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia), 4 delle quali con forte presenza della criminalità organizzata

L'abusivismo edilizio provoca pesanti conseguenze sullo sviluppo urbanistico, deturpa il paesaggio e spesso mette a rischio la sicurezza dei cittadini: le costruzioni, infatti, di frequente sono edificate in zone a rischio sismico o idrogeologico.

Il FAI dal 1975 si impegna ogni giorno per proteggere il paesaggio. Ad esempio, si è schierato per l'abbattimento dell'ecomostro che rovinava la Scala dei Turchi, una splendida parete di roccia della Sicilia, e per quello che era sorto vicino al celebre Castello di Canossa.

E' necessario, oggi soprattutto, fermare il consumo di suolo e tornare a rispettare il territorio che abitiamo per evitare le disastrose conseguenze del dissesto idrogeologico: frane, alluvioni, crolli, vittime e danni per 3.5 miliardi di Euro ogni anno: il FAI, ad esempio,ha riportato alla vita la splendida Baia di Ieranto, a Nerano (NA). La Baia era devastata da una cava: il FAI ha portato a termine una grande opera di recupero ambientale che ha previsto la piantumazione di nuovi uliveti, la costruzione dei muretti a secco, l'eliminazione della vegetazione infestante e il recupero architettonico degli edifici. Oggi la Baia è un luogo di incontaminata bellezza, da scoprire solo a piedi o in canoa, senza danneggiare il mare.

A luglio 2013 il FAI ha firmato un protocollo d'intesa per la valorizzazione di Punta Mesco a Levanto, uno splendido promontorio delle Cinque Terre. Tra gli obiettivi quelli di proteggere il paesaggio storico-rurale, risistemare il terreno e recuperare i manufatti, con particolare attenzione ai terrazzamenti, fondamentali per evitare frane e i danni delle alluvioni.

Anche il Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi, è un vero gioiello del FAI: un giardino di delizie. Prima dell'intervento del FAI il Giardino era in uno stato di forte degrado, causato dal totale abbandono e dalla mancanza d'acqua, situato in una zona ricchissima di storia ma, nonostante questo, costantemente minacciata dall'abusivismo. Oggi le piante sono tornate a produrre frutti ed è possibile ammirare l' acquedotto.

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