Abbazia di San Fruttuoso: l’acqua delle sorgenti

Abbazia di San Fruttuoso: l’acqua delle sorgenti

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Abbazia di San Fruttuoso: l’acqua delle sorgenti
Cantieri

10 maggio 2018

#salvalacqua

L'acqua è un bene essenziale per l'umanità ma è una risorsa scarsa che va valorizzata e difesa attraverso azioni congiunte volte al risparmio, al recupero e al riciclo. Nell'ambito della campagna di sensibilizzazione del FAI ecco alcuni approfondimenti su casi virtuosi di gestione idrica.

A monte dell’Abbazia di San Fruttuoso, a Camogli (Genova), a circa 300 metri di quota sgorgano acque copiose. Si tratta delle sorgenti di Caselle: da qui un tempo iniziava l’antico tracciato dell’acquedotto di Camogli, costruito alla fine dell’800, che oggi invece rifornisce di acqua potabile il borgo di San Fruttuoso.

L’acqua sgorga da una frattura del conglomerato, la roccia caratteristica del promontorio del Monte di Portofino, la cui particolare conformazione caratterizza l’aspetto aspro di questi luoghi e permette all’acqua piovana di infiltrarsi creando delle riserve idriche nascoste nel sottosuolo. La pendenza elevata del versante fa sì, infatti, che i venti principali provenienti dal mare, carichi di umidità, siano costretti a una rapida risalita che determina la condensa di parte delle acque trasportate sotto forma di vapore e la conseguente alimentazione di svariate sorgenti perenni, anche in quota. Quindi, nonostante la concentrazione delle piogge nei mesi primaverili e autunnali, anche nella stagione secca il territorio beneficia di numerosi punti d’acqua.

L’acqua delle sorgenti di Caselle è attualmente utilizzata dall’Abbazia di San Fruttuoso per l’irrigazione, scopi idrico-sanitari e antincendio. A questo fine il FAI nel 2005 ha realizzato una grande vasca di riserva idrica alle spalle della Chiesa, le cui murature sono state rivestite da paramenti in pietra in modo da nascondere completamente la struttura all’interno dei terrazzamenti di terreno esistenti.

La fonte sacra

L’acqua si trova non solo a monte dell’Abbazia ma anche al di sotto delle sue fondamenta. Una leggenda dell’VIII secolo narra, infatti, che le reliquie del martire cristiano Fruttuoso giunsero dalla Spagna via mare accompagnate da due presbiteri e che durante il lungo viaggio un angelo ordinò ai religiosi di fondare una chiesa in onore del santo su una spiaggia sovrastata da un monte, proprio sopra a una "sorgente" perenne.

Ancora oggi la "sorgente", per gli antichi garanzia di sopravvivenza e manifestazione del sacro, zampilla qui, sotto le arcate che sorreggono l’abbazia, esattamente alla base della torre nolare della chiesa, restaurata di recente. Un luogo nascosto e segreto, una pagina di storia dimenticata, che, grazie ai lavori conclusi, viene ora riscoperta per essere raccontata. L’antica "sorgente" è stata, infatti, occultata per oltre trent’anni nel retro di un ristorante affacciato sulla spiaggia, che ha trovato una nuova collocazione nella piazzetta del borgo, sotto un pergolato di limoni.

La sorgente sacra alla base della torre nolare dell'Abbazia di San Fruttuoso.
Nuovo percorso di visita, con accesso dalla spiaggia, agli ambienti della fonte.
Le due arcate di destra della facciata fronte mare, chiuse mediante reti di fibra di cocco.

L’acqua che sgorga dalla "sorgente" raggiunge il mare attraverso un cunicolo voltato posto sotto ai grandi archi di levante dell’Abbazia. Tra la seconda e la terza campata sono stati realizzati degli interventi che hanno permesso di creare un nuovo percorso di visita, con accesso dalla spiaggia, agli ambienti della fonte, molto caratteristici sia per la conformazione architettonica sia per la spiritualità che questi luoghi emanano. La seconda campata è stata, invece, adibita a ricovero delle imbarcazioni “storiche” dei residenti del borgo, mentre le due arcate di destra della facciata fronte mare sono state chiuse mediante reti di fibra di cocco, prodotte in collaborazione con i pescatori del luogo secondo le tecniche della tradizione locale.

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