30 marzo 2015
FAI, CIPRA Italia, ENPA, Federazione Protezionisti Sudtirolesi (Dachverband für Natur- und Umweltschutz in Südtirol), Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness Italia, Pro-Natura, Touring Club Italiano e WWF Italia scrivono al Presidente del Consiglio Matteo Renzi per salvare uno dei parchi nazionali più antichi d'Europa, il più esteso dell'intero arco alpino: il Parco Nazionale dello Stelvio, a cavallo tra Lombardia, Trentino e Alto Adige. Nell'appello firmato dalle associazioni ambientaliste si chiede di non approvare il testo firmato dalle tre amministrazioni locali che contiene la nuova struttura del Parco e che è ora sul tavolo del Consiglio dei Ministri, in attesa di essere convalidato o respinto.
Proprio il suo essere un territorio a cavallo tra una regione ordinaria e due province a statuto speciale è l'elemento su cui da cinque anni si è scatenata l'offensiva autonomista per ottenere lo smembramento e la spartizione fra tre enti distinti sulla base del principio 'ciascuno padrone a casa propria', senza accettare quella pianificazione unitaria e nazionale che in questi anni ha meglio garantito la tutela della natura e del paesaggio, tra mille difficoltà e impasse, rispetto ad esempio ai temi dell'edilizia e dell'attività venatoria.
Crediamo che una devoluzione di competenze e responsabilità a Regione Lombardia e Province Autonome sia desiderabile e possa condurre a una gestione più snella, efficiente e vicina ai cittadini, ma il decentramento non deve avvenire senza le garanzie che la legge quadro sulle aree protette assicura a tutti i parchi nazionali. Il parco deve mantenere una unitarietà che consenta di qualificarlo come parco nazionale, e che produca gli atti fondamentali di tutela, come il piano e il regolamento, che valgano per tutto il territorio, con il presidio istituzionale del Ministero dell'Ambiente, anche a garanzia degli impegni che l'Italia ha assunto verso l'Europa per quanto riguarda i numerosi siti naturali di interesse comunitario presenti al suo interno. Si tratta anche di un pericoloso precedente a livello europeo, non risulta infatti che siano mai stati declassati o estinti Parchi nazionali istituiti. "E' inaccettabile la divisione del Parco dello Stelvio in tre parti separate" - ha commentato Giulia Maria Mozzoni Crespi, Presidente Onorario del FAI - "ci chiediamo quale sia il senso di una operazione che rappresenta un gigantesco passo indietro per la tutela della natura e del paesaggio in una delle aree più preziose delle Alpi. Se non resta unitaria la gestione, vuol dire che siamo arrivati al capolinea del Parco Nazionale. Questo è il motivo per cui il Presidente Renzi non deve ratificare l'accordo, perché è una scelta che non ha precedenti in Europa ed è lontana dalle vere necessità dei cittadini".
Nella lettera inviata al Presidente del Consiglio tre sono, in particolare, i punti contestati:
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