24 giugno 2016
Sono 2.000.000 i metri cubi di argilla che il Piano cave della provincia di Cremona prevede di estrarre dal Pianalto di Romanengo: una destinazione d'uso che comprometterebbe definitivamente una testimonianza unica di come si è sviluppato il nostro territorio, distruggendo gli ultimi resti dell'antica pianura alluvionale risalente al Pleistocene, passaggio fondamentale per ricostruire la formazione delle nostre catene alpina e appenninica, così fortemente identitarie dei nostri paesaggi.
Il Piano delle cave contiene però delle criticità, come l'inclusione di quest'area, secondo il Piano Territoriale Regionale della Lombardia, tra i geositi da tutelare in quanto territori dove è possibile definire un interesse geologico e/o geomorfologico per la conservazione associabile a un valore scientifico.
Il Pianalto è stato, inoltre, dichiarato nel 2000 Sito di Interesse Comunitario (SIC) dall'Unione Europea che l'ha definito “l'ultima evidenza morfologica delle dinamiche geologico-strutturali che testimoniano l'avvenuta indentazione tra la catena alpina e la catena appenninica” e luogo fondamentale per la conservazione e la tutela della biodiversità sul continente europeo.
Infine, il Piano cave è dimensionato in base alla necessità di approvvigionamento per le infrastrutture pubbliche ma queste opere, in particolare il progetto per l'autostrada Cremona – Mantova, sono state declassate dal Programma Regionale della Mobilità e dei Trasporti di Regione Lombardia a uno scenario successivo al 2020 e, quindi, ancora tutto da valutare.
Questo Piano è attualmente in fase di approvazione in Regione Lombardia: per questo motivo FAI, Italia Nostra e WWF, che da anni si battono per tutelare questo geosito e trasmetterne il valore, fanno appello ai Consiglieri Regionali affinché escludano l'area del Pianalto di Romanengo dalla possibilità che divenga oggetto di concessioni di escavazioni, sottolineando la necessità di adeguare il Piano cave cremonese alla revisione delle priorità e della strategia della Regione perché ad oggi la previsione di un volume di estrazioni così rilevante è totalmente privo di giustificazione.
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