A rischio il Mar Adriatico

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A rischio il Mar Adriatico
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12 marzo 2015

Tempi cupi per l'Adriatico. Il Governo della Croazia intende, infatti, esplorare e sfruttare i giacimenti petroliferi nelle sue acque territoriali e nella piattaforma continentale in acque internazionali. Il piano prevede una scala di intervento senza precedenti che, se attuato, stravolgerà il senso stesso di mare, trasformandolo in una serie ininterrotta di campi petroliferi.


Mappa tratta del documento di VAS della Croazia.

È evidente che questo approccio croato al bene comune alza notevolmente il rischio futuro di incidente, che in un bacino chiuso come quello adriatico significherebbe un colpo mortale all'economia del turismo e della pesca, un immenso danno al paesaggio, agli ecosistemi costieri così come per la biologia marina. Ma al di là del rischio incidente, aumenta anche l'inquinamento a carattere ordinario, che uno sfruttamento così massiccio porterà con sé.

Gian Luca Galletti, Ministro dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, a nome del Governo italiano ha recentemente ottenuto di partecipare alla Valutazione Ambientale Strategica di questo programma di intervento, con il condivisibile intento di contenerne l'espansione: entro il 20 aprile è possibile inviare contributi tecnici che saranno utilizzati per le osservazioni. Qui si possono trovare approfondimenti sul piano croato e sulla procedura attivata.

Non possiamo quindi che plaudere all'azione del nostro Ministro sul vicino croato, ma serve ora più che mai un'inversione di rotta complessiva per la tutela del nostro mare. Perché oggi l'Italia ha già reso operative in Adriatico 66 concessioni di coltivazione e 19 permessi di ricerca, mentre sono all'esame del Ministero per lo Sviluppo italiano altre 50 istanze di permesso di ricerca e prospezione e 6 istanze di concessione di coltivazione (fonte Ministero dello Sviluppo Economico, dati al 28 febbraio 2015). Numeri che forse non ci portano molto lontano dalle dimensioni di sfruttamento del piano croato, se solo l'Italia trasformasse il tutto in una trasparente procedura di Valutazione Ambientale Strategica.


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