5x1000 alla cultura: no alla scelta ‘al buio'

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5x1000 alla cultura: no alla scelta ‘al buio'
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18 aprile 2014

L'attuale modulistica del 5x1000 non consente al contribuente di scegliere espressamente un ente ma solo di firmare sul generico sostegno ai beni culturali, una scelta ‘al buio' in contrasto con la logica di sussidiarietà ispiratrice del 5x1000. Il FAI propone di rivedere il metodo attuale o quantomeno di intervenire immediatamente per il 2014 modificano il meccanismo di attribuzione con criteri più equi e chiari.

Come già espresso due anni fa, il FAI ribadisce oggi la scarsa chiarezza della distribuzione dei contributi raccolti con il 5x1000 destinato al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.

Una scelta ‘al buio'

L'attuale modulistica non consente, infatti, al contribuente di scegliere espressamente un ente ma solo di firmare sul generico sostegno ai beni culturali. “I cittadini che vogliono donare alla cultura possono solo fare una scelta al buio – dice Andrea Carandini, Presidente del FAI - non conoscendo a chi verranno destinati i loro contributi che andranno allo Stato e saranno gestiti dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ne decide la ripartizione in base a un calcolo farraginoso previsto dal decreto DPCM 30 maggio 2012”.

Un assurdo giuridico

Nel 2012 la scelta di introdurre la casella Beni Culturali nella modulistica della dichiarazione dei redditi fu accolta da un coro di consensi, non solo da parte delle organizzazioni interessate, ma anche da tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo di modalità di finanziamento dirette ed efficaci per la tutela del patrimonio culturale del nostro Paese. Nella casella dedicata alla cultura però non è possibile indicare il codice fiscale dell'ente che si vuole sostenere e quindi i soldi raccolti vengono ridistribuiti tra gli enti non lucrativi che sono ammessi nelle liste del MiBACT e che possono presentare un progetto da finanziare, secondo le linee guida decise dal Ministero. Si tratta di un “assurdo giuridico”, messo in luce anche dalla Corte dei Conti che sottolinea come la mancata scelta a opera dei cittadini è in contrasto con la ratio stessa della logica di sussidiarietà ispiratrice del 5x1000, essendo il MiBACT a stabilire i destinatari dei loro contributi. Il cittadino sceglie di contribuire ma non sa a chi e a che cosa.

Quella prima edizione del 2012 ha registrato un'adesione ridottissima e, con il decreto di riparto 2014, una distribuzione dei fondi tra gli enti iscritti che evidenzia l'iniquità dei criteri di ripartizione. Il FAI propone di rivedere il metodo attuale introducendo l'indicazione diretta del beneficiario tramite codice fiscale (come già avviene per le altre caselle) o quantomeno di intervenire immediatamente per il 2014 modificando il meccanismo di attribuzione attraverso la messa in atto di criteri più chiari ed equi.

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