14 gennaio 2014
Continuano le azioni di protesta del FAI e di altre associazioni del Terzo Settore (ActionAid, AIRC - Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Amnesty International, AMREF, Associazione Italiana Celiachia, CESVI, Emergency, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Fondazione Don Gnocchi, Fondazione Telethon, Greenpeace, Lega del Filo d'Oro, Medici senza Frontiere, Save the Children, Terre des Hommes, Unicef, World Vision, WWF) volte a chiedere al Governo un'abrogazione del tetto massimo di spesa del 5x1000 e una stabilizzazione dell'istituto, strumento fondamentale per la tutela della salute, dell'ambiente, dei beni culturali, dei diritti e degli interessi sociali di milioni di beneficiari del mondo non profit, in particolare in momenti di crisi come quello attuale.
Già in ottobre, infatti, è stato firmato l'appello al Governo per esprimere sconcerto a fronte della decisione contenuta nella Legge di Stabilità di ridimensionare ulteriormente la disponibilità per il 5x1000 e non prevederne la stabilizzazione e chiedere di restituire alle organizzazioni non profit quello che 17 milioni di contribuenti italiani hanno loro assegnato fissando lo stanziamento del 5x1000 ad almeno 500 milioni di euro per il 2014. Sono ben 92, infatti, i milioni di euro persi da iniziative sociali non profit nell'ultima assegnazione del 5x1000 per l'attuale limite, decisamente inadeguato, di 400 milioni di euro.
La richiesta è stata ribadita più volte sottolineando la necessità di stabilizzare questo strumento che, a distanza di anni dalla sua introduzione, rimane tuttora “una misura provvisoria e aleatoria”, come citato nella dichiarazione del Terzo Settore del 23 ottobre 2013. Il FAI auspica fortemente questa decisione nella cui direzione si muove anche la recente iniziativa di 40 deputati (PD, Pdl, Scelta Civica, Forza Italia, Lega Nord) che lo scorso 10 gennaio hanno presentato alla Camera un'interpellanza urgente rivolta al Presidente Letta e al Ministro Saccomanni per chiedere la stabilizzazione dell'istituto del cinque per mille e la cancellazione del tetto di spesa. Nonostante questo, va però precisato che la proposta viola il principio di intoccabilità dell'indicazione espressa dai singoli contribuenti in quanto stabilisce una soglia sotto la quale gli enti perdono il beneficio della ripartizione delle quote opzionate dai contribuenti e una soglia massima di contribuzione per ente, oltre la quale non viene assegnata.
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