
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Povegliano Veronese è un comune di 7 mila abitanti situato nella pianura a sud-est di Verona, lungo il corso del fiume Tartaro, un confine naturale tra veronese e il mantovano. La cittadina si estende in un territorio caratterizzato dalla presenza d'acqua: sorgenti, risorgive, torrenti hanno favorito l'insediamento già dall'età del bronzo. Notevoli sono i ritrovamenti della presenza celtica, che pongono Povegliano al centro di importantissimi studi a livello europeo.
Villa Balladoro è un vasto complesso architettonico testimonianza della tradizione delle corti agricole. La sua origine risale al Cinquecento, ma divenne proprietà della veronese famiglia dei Balladoro nel Settecento. I Balladoro erano commercianti di seta e fabbricatori di tessuti di Verona, con possedimenti terrieri a Povegliano, Lazise e in Valpantena. Attualmente la villa ospita un'esposizione archeologica, l'Archivio Storico Balladoro e la biblioteca comunale.
La casa padronale al centro del complesso, incorniciata da due torri merlate, è affiancata da una cappella gentilizia, da rustici, magazzini per il raccolto, le abitazioni per i lavoranti, porticati, tutti affacciati su una ampia aia. Sul lato opposto, si sviluppa un incantevole parco, ricco di statue e corsi d'acqua, che si intersecavano nell'elegante fontana in marmo bianco che tuttora si erge al centro del vastissimo brolo. La facciata si sviluppa su tre piani, per essere sormontata da un fastigio su cui è riportato lo stemma gentilizio della famiglia, affiancato da due vasi ornamentali; due lapidi ricordano, rispettivamente, i soggiorni del principe Carlo di Lorena Comercy, nel 1701, e quello di Giovanni Antonio Riqueti, marchese di Mirabeau, nel 1704. Al XVIII sec. risalgono anche le sculture marmoree realizzate da Francesco Filippini e poste a decorare la cinta del parco; le due piccole torri merlate laterali del corpo centrale sono invece ascrivibili al gusto romantico di un intervento decorativo attuato nel XIX sec. Gli ambienti interni mostrano ancora gli affreschi originali raffiguranti scene di vita campestre.
In occasione delle GFP verranno per la prima volta presentati al pubblico alcuni reperti provenienti dalle tombe celtiche della necropoli di Povegliano, risalenti ad un periodo compreso tra il II e il I secolo a.C. La vasta necropoli, che si trova in località Madonna dell'Uva Secca, è stata scavata sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, a cura di un'équipe diretta dai professori Daniele Vitali e Dàniel Szabó. Nel corso degli scavi sono venute alla luce centinaia di tombe, ad oggi in corso di studio e di restauro, i cui corredi di grande varietà e ricchezza hanno confermato la sua importanza. Dai corredi delle tombe di Povegliano provengono: monete, tra cui dramme padane e monete romane; accessori del vestiario e ricche parures di ornamenti; panoplie dei guerrieri, spade, foderi, lance e scudi; utensili da lavoro; ricchissimi e complessi servizi da banchetto composti da esempi di vasellame ceramico e metallico di fine fattura.
Volontari FAI, Apprendisti Ciceroni dell'Istituto Carlo Anti di Villafranca di Verona, Associazioni locali