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Claterna, città romana di duemila anni fa, oggi è un sito archeologico. Negli stessi luoghi e spazi in cui nel passato abitavano famiglie oggi lavorano gli archeologi coadiuvati da un team di specialisti in vari settori. La storia delle indagini è iniziata più di cento anni fa, alla fine dell'Ottocento, quando Edoardo Brizio, uno dei padri dell'archeologia bolognese, iniziò a scavare.
Quando i resti della città iniziano a riemergere dalle campagne ozzanesi si individuano strade e domus con mosaici, l'area forense pavimentata in ghiaia, tantissimi oggetti di vita quotidiana fra cui un incredibile Amorino in terracotta, alcune domus e case abbandonate già in età medioimperiale. Da allora le ricerche non si sono mai fermate. L'antica città romana di Claterna è un campo d'indagine privilegiato per l'archeologia emiliano-romagnola. L'unicità di Claterna è dovuta al fatto di non aver avuto una continuità storica analoga a quella degli altri centri -da Rimini a Piacenza- sorti lungo la via Emilia e in qualche caso preesistenti ad essa.
Claterna ha quindi offerto la possibilità di indagare una città romana nella sua estensione e configurazione interna senza le modifiche intervenute nel tempo, dal Medioevo ai giorni nostri. Purtroppo il livello di alluvionamento che ha ricoperto i resti romani non è stato sufficiente a garantire la protezione degli alzati degli edifici, sicché si è potuto recuperare soprattutto piani pavimentali e stradali e modeste porzioni dei muri perimetrali.
Da 1500 anni la città romana che dorme quasi intatta sotto i campi della frazione Maggio di Ozzano dell'Emilia, è la protagonista di un grande progetto di studio e valorizzazione. Con queste visite si potranno approfondire aspetti topografici (la forma della città, gli spazi pubblici e sacri quali foro, basilica, edifici templari e teatro) e cronologici (dalla fondazione e dall'eventuale origine preromana al declino) dell'antica città, e conoscere le evidenze archeologiche più suggestive, come la Casa del fabbro e la Domus dei mosaici. Il tutto in un percorso di visite che collegano l'area degli scavi al Museo che ne conserva alcuni reperti, selezionati per la loro capacità evocativa, fino a Villa Isolani, con le sue sale in stile pompeiano, testimonianza dell'influenza romana sull'arte e sul gusto stilistico del tardo Settecento.
Funzionarie Archeologhe Soprintendenza ABAP Bologna dott.ssa Valentina Di Stefano e dott.ssa Carolina Ascari Raccagni