
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
In poco più di un chilometro e mezzo di superficie si sviluppa l'abitato di Vajont, che si trova sul terrazzo tettonico che domina la sinistra del Cellina a 287 metri sul livello del mare, all'imbocco della piana maniaghese, in una superficie di appena 2 chilometri quadrati. Il paese è raggiungibile grazie all'ex strada statale 251 che lambisce l'abitato e attraverso la strada interna che lo collega a Maniago. La zona completamente pianeggiante è parte dei Magredi.
Vajont è sorta alla fine degli anni '60 in seguito alla tragedia del Vajont, avvenuta nel 1963, che indusse il Governo a far evacuare la valle del lago omonimo per il timore di ulteriori frane e dunque di nuove vittime tra la popolazione di Erto e di Casso. Il decreto di inagibilità del territorio di Erto e Casso costrinse gli abitanti a insediarsi in un'area del maniaghese, Località Bosco dell'Impero, a circa 50 km dall'abitato precedente, ove nel dicembre del 1966 fu posata la prima pietra.
La località fu concepita dal prof. Giuseppe Samonà come esempio di moderno villaggio di pianura, dove potessero rivivere alcune caratteristiche fondamentali dell'area montana partendo dagli ampi spazi verdi presenti. La disposizione delle vie si espande da un decumano e un quadrivio principali, che creano una reticolo parallelo alle montagne e alla Valcellina. Di particolare interesse sono il cimitero e la chiesa annessa, opera degli arch. Gresleri e Varnier.
L'apertura durante Giornate FAI prevede delle passeggiate guidate da professionisti e studiosi locali, in collaborazione con l'Amministrazione. La visita sarà effettuata lungo gli edifici urbani del paese e sarà un'occasione non solo per commemorare la tragedia del Vajont a 60 anni di distanza, ma soprattutto per conoscere una città di fondazione, eretta per necessità, e gli effetti che l'architettura cittadina di Samonà ha provocato in una popolazione che, dal mondo fortemente rurale in cui viveva, ha dovuto dall'oggi al domani vivere in un ambiente artificioso.
Visite a cura dell'ing. Felice Manarin e l'arch. Giacomo Matarrese