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Il Palazzo udinese dei conti Della Porta, oggi sede della Curia Arcivescovile di Udine, rappresenta un raffinato esempio di architettura civile tardo seicentesca in Friuli ed è tra gli edifici più prestigiosi della città. La prima attestazione di una costruzione nel sito risale al 1424. Situato nei pressi del Teatro Giovanni da Udine e vicino a Porta Manin, il palazzo esprime le forme della tipica dimora nobiliare udinese del Seicento, con tre piani sovrastati da una mansarda a timpano.
Il Palazzo è un esempio di architettura civile tardo seicentesca in Friuli. La prima attestazione di una costruzione sul sito risale al 1424. Tra il 1655 e il 1685 assunse la forma attuale, con facciata lineare, trifore serliane e mansarda a timpano. Internamente conserva affreschi di Giulio Quaglio. Legato alla nobile famiglia Della Porta, il palazzo riflette le trasformazioni architettoniche e politiche di Udine nel tempo.
Il Palazzo della Porta è un elegante esempio di casa nobiliare udinese risalente al XVII secolo, costruito tra il 1655 e il 1685. La sua architettura si distingue per la linearità, soprattutto nella parte centrale, dove un imponente portone ad arco in bugnato a pettine è sovrastato da una trifora serliana al piano nobile, ripetuta in dimensioni minori nel piano superiore e nella sopraelevazione a timpano. I prospetti principali si concludono con un alto cornicione dentellato che definisce il tetto. I due corpi laterali, a due piani, presentano linee semplici e sobrie. Sulla sinistra, lungo Via Treppo, si trova un alto portone in bugnato che alterna pietre lisce a elementi lavorati, attraverso il quale si accede al cortile. All'interno, il palazzo ospita pregevoli opere del pittore carnico Antonio Faci e affreschi di Giulio Quaglio, che adornano il soffitto e le pareti di una saletta, il loggiato e la cappella del palazzo.
Durante le Giornate FAI, i visitatori avranno l'opportunità di scoprire le affascinanti caratteristiche artistiche di Palazzo della Porta, in particolare gli affreschi di Giulio Quaglio, che decorano la loggetta. Questi affreschi, realizzati nel 1692, presentano forme robuste e magniloquenti, con figure gigantesche e fortemente chiaroscurate, che creano un effetto visivo di grande impatto. L'uso del horror vacui (paura del vuoto) si manifesta nella densità dei dettagli e nell'assenza di spazi vuoti, creando una sensazione di pieno e ricchezza. Sebbene l'interpretazione di Quaglio possa sembrare a tratti imperfetta, la loggetta affrescata rimane una delle parti più interessanti e pregiate dell'edificio, testimoniando il suo valore artistico e culturale.
Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico Statale Jacopo Stellini
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