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Giornate FAI di Primavera
Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023
CHIESA DI SAN ROCCO
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CHIESA DI SAN ROCCO
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In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

L'Oratorio di San Rocco è situato nel punto più centrale del paese di Cameri, all'incrocio tra i due assi viari principali e in prossimità della Piazza cittadina. L'edificio è uno dei luoghi sacri più antichi del paese.

Forse eretto intorno al 1430, dal 1583 al 1595 fu sede temporanea della Confraternita di San Michele Arcangelo, ivi trasferita dalla Chiesa Parrocchiale. Un'antica tradizione, priva di riscontro nei documenti storici, afferma essere stata la prima Chiesa Parrocchiale di Cameri. Probabilmente vennero tenute le funzioni parrocchiali dopo il 1583, quando venne abbattuta la vecchia Chiesa Parrocchiale per edificare la nuova di proporzioni più vaste.

È a croce greca chiusa da una cupola ottagonale con lanterna centrale. Era dotato di una torre campanaria poi crollata. Agli anni '30 risale la demolizione della sacrestia per allinearla agli altri fabbricati della via e rendere più agevole il traffico. A causa della sua collocazione, nel corso del tempo è stato oggetto di numerosi interventi, che in parte ne hanno modificato la struttura, ma non ne hanno violato l'eleganza architettonica, ripresa dalla decorazione dell'interno.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Si potranno visionare gli affreschi, eseguiti, firmati e datati da Angelo Canta nel 1525. Gli studiosi assegnano al Canta anche i dipinti delle pareti. Sopra l'altare si potrà osservare la tela firmata da Lorenzo Peracino e datata 1759, che raffigura il Santo titolare. Vi è esposta anche una Madonna con Bambino "strappato" prima della sua demolizione da un edificio di proprietà comunale, posto in via IV Novembre.

Testo scritto da Testi scritti a cura della Prof.ssa Emiliana Mongiat e del Dott. Pietro Toscani. Storici e studiosi di arte locale.

Visite a cura di

Apprendisti Ciceroni "Istituto Comprensivo F. Tadini" di Cameri (NO)

Aperture vicine

CANTIERE DELLA NAVIGAZIONE LAGO MAGGIORE

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LA VIA DEL MARMO

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CONFERENZE: ECOSISTEMI ACQUATICI

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FONDAZIONE ANGELO BOZZOLA: OPERE E GIARDINO DELLE SCULTURE

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CASTELLO RICETTO DI GHEMME

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CHIESA DI SAN ROCCO CON "TRONETTO PROCESSIONALE"

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ORATORIO DI SAN ROCCO SULL'ACQUEDOTTO STORICO DI GENOVA

GENOVA

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ORATORIO DI SAN ROCCO SULL'ACQUEDOTTO STORICO DI GENOVA
L’Oratorio di San Rocco sul percorso dell’antico acquedotto di Genova fu realizzato al termine di un’aspra diatriba che vide di fronte gli abitanti di Struppa e la Repubblica di Genova per la realizzazione del tracciato del nuovo acquedotto seicentesco: per i lavori, conclusi nel 1641, erano stati espropriati numerosi proprietari terrieri, risarciti solo nel 1642. Come atto di pacificazione con la Repubblica fu realizzato l’edificio attuale, a pianta unica e rettangolare, ampliamento di un più piccola ed antica cappella sempre dedicata a San Rocco. Nello stesso 1642 fu Giannettino Maragliano, in ottemperanza alle ultime volontà del nonno Giovanni Maragliano, proprietario di vasti terreni nella parrocchia di San Cosma a Struppa, a disporre la Fabbrica dell’oratorio. In un altro documento conservato all’Archivio Arcivescovile di Genova e risalente al 1649 si specifica che la cappella è intitolata, oltre a San Rocco, a San Giovanni Battista e alla Beata Vergine Maria, incoronata Regina di Genova nel 1637. Pochi anni dopo Giovanni Battista Maragliano richiede alla Curia il permesso di officiare messa e di impartire sacramenti nella cappella, oltre a concedere l’indulgenza plenaria concessa dal Pontefice Alessandro VII per coloro che faranno visita alla cappella nel giorno dedicato a San Rocco (16 agosto). La struttura e l’area circostante, impreziosita dalla presenza di una dozzina di cipressi secolari, sono di proprietà privata di un fondo immobiliare: il lotto comprende anche l’antico Palazzo di Gio. Battista Invrea, risalente al secolo XVIII, oggetto di una speculazione degli anni Ottanta del Novecento che ha ridotto l’antico palazzo a rudere. L’oratorio è sconsacrato ma ha svolto ancora funzioni di parrocchia nella prima metà del Novecento. L’oratorio oggi è completamente abbandonato, preda dell’incuria e del vandalismo. Parte della copertura, a botte, è oramai crollata; una frana sul lato sinistro dell’edificio ha fatto crollare un vano laterale della costruzione e ora rischia di trascinare con sé tutto il resto dell’edificio. I muri e l’altare seicentesco presentano segni di vandalismo molto estesi. Risulta ancora leggibile la decorazione a fascioni orizzontali bianco-grigi della facciata principale nella quale spicca, sopra il portone, un rosone (anche questo oramai perduto). Gli affreschi sono ormai perduti mentre rimane leggibile una piccola porzione di sagrato lavorato con la tecnica del risseu. Lo stato di salute del complesso è quasi oramai totalmente compromesso. In assenza di un intervento nel prossimo futuro la struttura senza dubbio crollerà e andrà completamente perduta.
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