
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Si tratta di un complesso rurale, ora compreso tra le aree Paip 1 e 2, tra contrada Graminale e il torrente Guirro. Una serie di edifici settecenteschi sopravvissuti in mezzo ai capannoni artigianali e industriali, con una vegetazione caratteristica di questo territorio nel giardino.
Lo stemma ha la parte centrale abrasa, forse perchè vi erano simboli massonici. Collocato su un portone, riporta la scritta 1734. In alcune stanze sono leggibili i segni dei cavamonti che avevano lavorato all'estrazione dei conci di tufo. il complesso potrebbe essere stato un possedimento del monastero benedettino di Santa Lucia. La confisca dei beni ecclesiastici, nel 1867, portò al frazionamento delle proprietà: Santa Lucia alla Stradella fu acquisita dalla famiglia Sinisgalli di Montemurro, poi venduta ai Panizza. Ora è proprietà della famiglia Adorisio, che la utilizza come residenza privata e come struttura alberghiera.
Molti i punti di interesse di questo complesso. La chiesetta, gli ampi locali un tempo adibiti a attività rurali, i percorsi nel giardino. La complessa ristrutturazione è riuscita a mettere in evidenza le caratteristiche costruttive dei fabbricati di campagna del '700-'800. Molti anziani sostengono che qui si trovasse la grotta del Brigante Chitarridd, altri parlano di un cunicolo che portava a una cavità utilizzata come rifugio antiaereo, due siti (o forse uno solo) finora non individuati.
La Masseria si trovava in una zona diventata discarica a cielo aperto. Il recupero ha restituito alla città un complesso molto interessante e solo in parte studiato. La visita può risultare di grande interesse anche per la vegetazione, in parte spontanea, in parte reimmessa con cura filologica.
Apprendisti Ciceroni dell'ITCG "Loperfido-Olivetti" di Matera
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