Si fa risalire all'anno 1794 l'avvio di un giardino di acclimatazione in Pegli in cui Clelia Durazzo, eminente botanica di nobile famiglia, creò la sua collezione botanica privata che in pochi anni si arricchì di un cospicuo numero di piante, prevalentemente essenze ornamentali, oltre a testi scientifici e ad un erbario ricco di oltre 5000 campioni. Il mondo accademico del XIX secolo, sia nazionale che internazionale, le riconobbe, giustamente, grandi meriti per la sua attività scientifica. Le due serre ottocentesche, da lei fatte costruire e successivamente ristrutturate dal nipote Ignazio Alessandro Pallavicini, ancora oggi caratterizzano il giardino sotto il profilo architettonico e costituiscono la più raffinata testimonianza di quella cultura botanica che permeò gli ambienti scientifici genovesi a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Il giardino botanico, donato nel 1928 al Comune di Genova insieme al palazzo e al parco romantico, fu per molti anni usato impropriamente finchè, nella seconda metà degli anni '70, venne rivalutato e le collezioni botaniche crebbero notevolmente. Con gli interventi del 2002-2004, il giardino è finalmente stato restaurato e oggi propone collezioni di varia composizione, alcune disposte in scenografie particolari come il deserto, le foreste tropicali, le torbiere, gli acquitrini. Nelle sue magnifiche serre monumentali sono coltivate felci, palme e piante tropicali di interesse economico quali ad esempio cacao, cola, cannella, banana, manioca etc. All'esterno, le collezioni di valenza didattica danno l'opportunità al visitatore di conoscere alcuni aspetti legati alla biologia delle piante come la riproduzione, i colori delle foglie, i profumi e i veleni. Collezioni di rose, camelie, bambù, piante mediterranee, offrono la possibilità di approfondire questi gruppi di vegetali. Nella nuova serra dedicata alle ninfee giganti è possibile ammirare la Victoria cruziana.