La Cappella del Beato Angelo sorge sulla riva del Rio Remore presso il Convento dei Frati Minori Cappuccini. Fu edificata in Val di Remore nella prima metà del 1400 dove era ubicata una grotta, nella quale visse e poi morì tra il 1324 e il 1325 l’eremita Beato Angelo da Gualdo, e consacrata nell’anno 1450. Le fonti narrano che il Vescovo di Nocera, con Decreto del 22 Luglio 1468, diede licenza all’Abbate del Monastero di S. Pietro di Gualdo, di edificare un Oratorio, sotto il titolo del Beato Angelo, nel luogo detto Val di Remore. Di questo Oratorio non si ha però oggi alcuna conoscenza, ma tenendo conto della precisa corrispondenza dell’indicazioni topografiche, si può asseire che si riferisca alla Cappella suddetta, ampliata o ricostruita in miglior forma. Alla fine del XV secolo il sacro luogo, infatti, aveva già assunto l’aspetto di una piccola Chiesa, con una copertura a volta ricca di pitture. Questa Chiesuola, che fu appunto intitolata al Beato Angelo e sin dalle origini luogo venerato dai fedeli del territorio, pur avendo subito nel corso del tempo diverse modifiche, è a tutt'oggi per gli abitanti del luogo un punto di riferimento religioso e di meditazione legato al Patrono della città.
Un luogo immerso nella natura raggiungibile sia dalla strada principale che porta al Santuario del Divino Amore, che da una piccola scalinata che da questo scende fino alla facciata della chiesetta. Nella corte dell’edificio si trovano due fontane da dove sgorga acqua di sorgente.
Ogni 15 gennaio parte dalla chiesuola la processione per ricordare il miracolo della fioritura del biancospino (prunello selvatico). La leggenda narra che quando l’erimita morì tutte le campane del contado iniziarono a suonare da sole, il popolo capì l’accaduto e accorse alla grotta, lì trovarono Angelo inginocchiato in preghiera ma esanime, presero la salma e lo portarono all’abbazia di San Benedetto. Durante il percorso, al passaggio della salma fiorivano piante di biancospino, nonostante le basse temperature; il miracolo si ripete ogni anno da allora.
Adiacente all’area della chiesetta si apre un piccolo paradiso lacustre, un laghetto artificiale creato dalla costruzione di una diga per arginare le acque del Rio Remore. Il luogo è ricco di vegetazione e fino alla metà degli anni 80 è stato meta di passeggiate; non di rado le coppie appena sposate, sceglievano questo luogo per immortalare il loro momento più bello proprio per l’atmosfera magica che ispira quello scrigno verde racchiuso tra le vie della città.