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COMPLESSO MONUMENTALE DI MARENGO

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SPINETTA MARENGO, ALESSANDRIA

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COMPLESSO MONUMENTALE DI MARENGO

Giovanni Antonio Delavo, per onorare la devozione del padre grande estimatore di Napoleone I, acquistò alcuni terreni, teatro della vittoria dei francesi e della liberazione dell’Italia dal controllo austriaco, per inaugurare nel 1847 il primo museo napoleonico al mondo. Per le decorazioni prospettiche esterne Delavo chiamò il maestro lombardo Gabetta, mentre agli interni lavorarono Paolo Maggi e, secondo A. Valle, il pittore lomellino Sperati. A Francesco Mensi fu commissionato il grande dipinto con l’Apoteosi di Napoleone I di cui oggi rimane solo il disegno preparatorio. La Villa si innalza su tre piani: al piano terreno e al primo troviamo l’esposizione permanente del Marengo Museum, al secondo stanze destinabili a mostre temporanee ed esposizioni in anteprima di iniziative dei Comuni appartenenti all’area vasta di Marengo e a cura dell’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei. La parte moderna adiacente, costruita sull’antico cortile del Castrum tra gli anni 2008 e 2010, presenta un Foyer per l’accoglienza degli ospiti e al primo piano un Auditorium, da 100 posti a sedere, per eventi e convegni che beneficiano altresì di una zona uffici e stanze per corsi e riunioni. Particolarmente significativa è la parte verde dell’intero sito e il parco piantumato da alberi secolari di 55 mila metri quadri con l’ossario dedicato ai prodi di Marengo e il busto del Generale Louis Charles Antoine Desaix. L’intera area esterna e la villa ospitano come sito di accesso agli ambienti storici una piramide, voluta da Napoleone stesso, in memoria delle gesta compiute in Egitto con soldati e sapienti, che scoprirono la Stele di Rosetta, e in memoria di tutti i caduti nelle varie battaglie. Villa Delavo ospita nel cortile d’onore un’imponete cancellata in ferro battuto in stile imperiale e la statua dedicata a Napoleone Primo Console realizzata dallo scultore Benedetto Cacciatori.

La colonna, eretta nel 1801 e conosciuta in tutto il mondo come sigillo della vittoria di Napoleone a Marengo,fu sottratta dagli austriaci e riportata al suo posto dopo oltre 120 anni da Gabriele D’Annunzio che la ritrovò nella città di Fiume in Croazia

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Giovanni Antonio Delavo, per onorare la devozione del padre grande estimatore di Napoleone I, acquistò alcuni terreni, teatro della vittoria dei francesi e della liberazione dell’Italia dal controllo austriaco, per inaugurare nel 1847 il primo museo napoleonico al mondo. Per le decorazioni prospettiche esterne Delavo chiamò il maestro lombardo Gabetta, mentre agli interni lavorarono Paolo Maggi e, secondo A. Valle, il pittore lomellino Sperati. A Francesco Mensi fu commissionato il grande dipinto con l’Apoteosi di Napoleone I di cui oggi rimane solo il disegno preparatorio. La Villa si innalza su tre piani: al piano terreno e al primo troviamo l’esposizione permanente del Marengo Museum, al secondo stanze destinabili a mostre temporanee ed esposizioni in anteprima di iniziative dei Comuni appartenenti all’area vasta di Marengo e a cura dell’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei. La parte moderna adiacente, costruita sull’antico cortile del Castrum tra gli anni 2008 e 2010, presenta un Foyer per l’accoglienza degli ospiti e al primo piano un Auditorium, da 100 posti a sedere, per eventi e convegni che beneficiano altresì di una zona uffici e stanze per corsi e riunioni. Particolarmente significativa è la parte verde dell’intero sito e il parco piantumato da alberi secolari di 55 mila metri quadri con l’ossario dedicato ai prodi di Marengo e il busto del Generale Louis Charles Antoine Desaix. L’intera area esterna e la villa ospitano come sito di accesso agli ambienti storici una piramide, voluta da Napoleone stesso, in memoria delle gesta compiute in Egitto con soldati e sapienti, che scoprirono la Stele di Rosetta, e in memoria di tutti i caduti nelle varie battaglie. Villa Delavo ospita nel cortile d’onore un’imponete cancellata in ferro battuto in stile imperiale e la statua dedicata a Napoleone Primo Console realizzata dallo scultore Benedetto Cacciatori.

La colonna, eretta nel 1801 e conosciuta in tutto il mondo come sigillo della vittoria di Napoleone a Marengo,fu sottratta dagli austriaci e riportata al suo posto dopo oltre 120 anni da Gabriele D’Annunzio che la ritrovò nella città di Fiume in Croazia

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