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Il Cimitero Monumentale sorge nell'immediata periferia a ovest di Città di Castello. Vero e proprio museo a cielo aperto, fu una delle principali imprese architettoniche e decorative dell'Ottocento tifernate: qui si concentrarono gli interventi di importanti artisti umbri e toscani le cui opere adornano le cappelle delle famiglie gentilizie e dei personaggi illustri della città. Dopo che varie epidemie colpirono la città le autorità trovarono un luogo di sepoltura lontano dal centro abitato.
Custodia e gestione del cimitero furono affidate alla Compagnia del Suffragio del Camposanto, poi chiamata Società Laica del Camposanto. La costruzione fu affidata a Emilio De Fabris, architetto della facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze. Il progetto, datato 1877, prevedeva l'ampliamento del primitivo cimitero, racchiuso da un elegante portico continuo che doveva raccordarsi con le mura laterali di recinzione, al cui centro sorge tuttora la chiesa ottagonale con copertura a cupola.
Dopo la morte di De Fabris l'opera venne proseguita da Luigi Del Moro che decise di non realizzare il porticato dietro la chiesa ma di proseguire le arcate dei portici lungo i tracciati delle mura di cinta del primitivo cimitero, fino a concludersi con la facciata interna del Camposanto. Alla sua morte i lavori proseguirono con Giuseppe Castellucci che completò l'interno della cripta della chiesa e la facciata del Camposanto in stile gotico lombardo. I lavori si protrassero fino al 1933.
Alcuni artisti vennero chiamati ad eseguire affreschi e monumenti funerari. Tra i pittori toscani ricordiamo Gualtiero De Bacci Venuti, Galileo Chini, Annibale Gatti e Aldo Dragoni, tra i pittori tifernati Giovan Battista Polenzani, Nemo e Alvaro Sarteanesi e Alessandro Bruschetti. Tra gli scultori tifernati si distinsero Elmo Palazzi, Nazareno Giorgi e Bruno Bartoccini. Anche altri valenti artisti prestarono la loro opera. Un'ampia porzione del Camposanto venne recuperata negli anni successivi alla Grande Guerra per creare uno spazio dal forte contenuto civico, adatto ad accogliere i caduti di tutti i conflitti. Nel 1945 l'architetto Giorgio Giorgi progettò una cappella per ricordare i partigiani caduti nella lotta contro i nazifascisti.
Apprendisti Ciceroni Liceo Statale "Plinio il Giovane" di Città di Castello