La comunità greco ortodossa di Livorno, dopo aver innalzato la propria chiesa in via della Rosa Bianca (1760), ebbe il permesso di costruire un primo cimitero nei pressi del Cisternone (1773). Questo piccolo spazio cimiteriale, che ispirò anche il poeta Giovanni Pascoli in un suo componimento, fu chiuso a seguito dello sviluppo della città e smantellato a partire dai primi anni del Novecento. Infatti, dal 1840 i membri della comunità furono sepolti nel nuovo cimitero di via Mastacchi, progettato da Olinto Paradossi. Qui fu innalzata anche una cappella, intitolata alla Dormizione, oggi sede del culto greco ortodosso dopo la demolizione, avvenuta nel 1942, della chiesa della Santissima Trinità. Il cimitero presenta una superficie rettangolare ed è caratterizzato dalla presenza di due edifici: la casa del custode e la cappella della Dormizione. La prima è posta in comune col confinante cimitero olandese; in stile neoclassico, con una finestra semicircolare di derivazione romana, è sormontata da una piccola ed insolita torretta archiacuta. La seconda invece è una caratteristica struttura absidata, aperta al centro da una piccola cupola. Qui è possibile ammirare una raffinata iconostasi, realizzata nella prima metà del XIX secolo da Ferdinando Magagnini e Francesco Parri, con dipinti ad olio di Carlo Morelli. Inoltre, all'interno della cappella sono collocate le tombe delle famiglie Rodocanacchi e Maurogordato, quest'ultima già proprietaria di una splendida villa sulle colline intorno alla città e di un palazzo lungo il Fosso Reale; il nome dei Rodocanacchi è invece legato alla grande villa di Monterotondo, ubicata proprio in prossimità di quella della famiglia Maurogordato. Nel cimitero, dove si trova peraltro il sepolcro della poetessa Angelica Palli (1798 - 1875), si innalzano poi numerosi monumenti marmorei, alcuni dei quali realizzati da Paolo Emilio Demi e da Temistocle Guerrazzi, fratello del celebre Francesco Domenico.