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CHIESA DI MONTE SORBO

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MERCATO SARACENO, FORLI CESENA

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CHIESA DI MONTE SORBO
La Pieve di S.Maria Annunziata è un mirabile esempio di chiesa romanica a croce greca, riconosciuto per antichità e bellezza dalla Soprintendenza del territorio. Collocata su un poggio, Montesorbo, a circa 8 km di distanza dal centro di Mercato Saraceno, è uno dei più importanti monumenti religiosi della zona. Edificata nell'VIII secolo, presenta una rara pianta a croce greca. Sconosciuta è la data di origine cosi come sono molti gli interrogativi ancora senza risposta originati dalla ricchezza dei materiali e dei reperti qui confluiti. L'esterno in pietra e laterizio è modesto. La facciata, impreziosita da antichi marmi di recupero, ed i muri esterni si devono a lavori di restauro della fine del XVII secolo. L'abside (rivolto a est) e' semicircolare con tre monofore e due lesene che non partendo dal basamento fanno supporre che, originariamente, la parte che ne e' priva fosse inclusa nelle fondamenta della chiesa. La pieve e' stata oggetto di vari rifacimenti nel corso dei secoli e tra questi il piu' cospicuo pare essere quello del XII secolo, improntato allo stile romanico. Nel muro dell' abside sono inseriti frammenti scultorei appartenenti ai secoli VI, VII e IX. Santa Maria Annunziata e' l'unica chiesa del territorio ad avere una pianta a croce greca. Per circa meta' della sua lunghezza, la Pieve è a una sola navata, poi si allarga a tre, con ciascuna navata divisa da cinque colonne marmoree, sormontate da pregevoli capitelli corinzi con foglie di acanto di età romana. Le colonne sono interrate sotto il pavimento, per oltre un metro, poggiando direttamente sul terreno, mentre il loro marmo proviene dalla Grecia, prelevato da un edificio romano del primo secolo. All'interno del muro di destra sono state rinvenute altre cinque colonne (in laterizio intonacato e stuccato). Sulle pareti delle due navate laterali, vi sono numerosi resti scultorei che testimoniano l'importanza della pieve nell'Alto Medioevo. Sulla navata sinistra sono conservate lastre tombali una grande croce gemmata, oltre all'epigrafe dell'antico vescovo di Sarsina, Florentius. È l'interno però che fa della pieve di Montesorbo una testimonianza artistica e architettonica del tutto singolare e problematica. Di pregevole fattura è l'acquasantiera del II secolo d.C., costituita da una vasca di marmo rosso di Verona.Le cinque colonne scoperte dentro il muro della parete meridionale non sono di marmo, ma in laterizio (forse XVII secolo) e non sono allineate con le cinque colonne in marmo greco. Si può supporre l'esistenza di una chiesa a tre navate, eretta intorno al VI secolo, per la quale si riutilizzano capitelli e colonne recuperati da più edifici romani. Citiamo, a conferma dell'importanza della Pieve nell'Alto Medioevo, una grande lastra nel lapidario della navata di sinistra, caratterizzata da una imponente croce gemmata e da un'iscrizione nei quattro settori laterali (VIII e IX sec.) ma anche l'epigrafe frammentaria di Florentius (vescovo di Sarsina, morto nel 995). Nel lapidario della navata destra, vi sono numerosi frammenti tra i quali spiccano l'elegante figura di pavone che avanza sullo sfondo di elementi vegetali stilizzati (VIII-IX sec) e il reperto che mostra tralci di vite e grappoli con una figura di colombo. Il reperto artistico piu' singolare e' pero' quello che ci mostra una mano, un volto e una croce, probabile antesignano dei nostri cartelli stradali: indicava ai pellegrini un luogo di preghiera e di ristoro. Esso è formato da una bella mensa di marmo del VI sec. rinvenuta all'interno di una lastra di gesso che la ingloba parzialmente, ed è sormontato da un ciborio posto su quattro colonnine paleocristiane in marmo, su cui è incisa una croce calvarica. I resti dell' elegantissimo ciborio originale sono conservati nel lapidario.

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La Pieve di S.Maria Annunziata è un mirabile esempio di chiesa romanica a croce greca, riconosciuto per antichità e bellezza dalla Soprintendenza del territorio. Collocata su un poggio, Montesorbo, a circa 8 km di distanza dal centro di Mercato Saraceno, è uno dei più importanti monumenti religiosi della zona. Edificata nell'VIII secolo, presenta una rara pianta a croce greca. Sconosciuta è la data di origine cosi come sono molti gli interrogativi ancora senza risposta originati dalla ricchezza dei materiali e dei reperti qui confluiti. L'esterno in pietra e laterizio è modesto. La facciata, impreziosita da antichi marmi di recupero, ed i muri esterni si devono a lavori di restauro della fine del XVII secolo. L'abside (rivolto a est) e' semicircolare con tre monofore e due lesene che non partendo dal basamento fanno supporre che, originariamente, la parte che ne e' priva fosse inclusa nelle fondamenta della chiesa. La pieve e' stata oggetto di vari rifacimenti nel corso dei secoli e tra questi il piu' cospicuo pare essere quello del XII secolo, improntato allo stile romanico. Nel muro dell' abside sono inseriti frammenti scultorei appartenenti ai secoli VI, VII e IX. Santa Maria Annunziata e' l'unica chiesa del territorio ad avere una pianta a croce greca. Per circa meta' della sua lunghezza, la Pieve è a una sola navata, poi si allarga a tre, con ciascuna navata divisa da cinque colonne marmoree, sormontate da pregevoli capitelli corinzi con foglie di acanto di età romana. Le colonne sono interrate sotto il pavimento, per oltre un metro, poggiando direttamente sul terreno, mentre il loro marmo proviene dalla Grecia, prelevato da un edificio romano del primo secolo. All'interno del muro di destra sono state rinvenute altre cinque colonne (in laterizio intonacato e stuccato). Sulle pareti delle due navate laterali, vi sono numerosi resti scultorei che testimoniano l'importanza della pieve nell'Alto Medioevo. Sulla navata sinistra sono conservate lastre tombali una grande croce gemmata, oltre all'epigrafe dell'antico vescovo di Sarsina, Florentius. È l'interno però che fa della pieve di Montesorbo una testimonianza artistica e architettonica del tutto singolare e problematica. Di pregevole fattura è l'acquasantiera del II secolo d.C., costituita da una vasca di marmo rosso di Verona.Le cinque colonne scoperte dentro il muro della parete meridionale non sono di marmo, ma in laterizio (forse XVII secolo) e non sono allineate con le cinque colonne in marmo greco. Si può supporre l'esistenza di una chiesa a tre navate, eretta intorno al VI secolo, per la quale si riutilizzano capitelli e colonne recuperati da più edifici romani. Citiamo, a conferma dell'importanza della Pieve nell'Alto Medioevo, una grande lastra nel lapidario della navata di sinistra, caratterizzata da una imponente croce gemmata e da un'iscrizione nei quattro settori laterali (VIII e IX sec.) ma anche l'epigrafe frammentaria di Florentius (vescovo di Sarsina, morto nel 995). Nel lapidario della navata destra, vi sono numerosi frammenti tra i quali spiccano l'elegante figura di pavone che avanza sullo sfondo di elementi vegetali stilizzati (VIII-IX sec) e il reperto che mostra tralci di vite e grappoli con una figura di colombo. Il reperto artistico piu' singolare e' pero' quello che ci mostra una mano, un volto e una croce, probabile antesignano dei nostri cartelli stradali: indicava ai pellegrini un luogo di preghiera e di ristoro. Esso è formato da una bella mensa di marmo del VI sec. rinvenuta all'interno di una lastra di gesso che la ingloba parzialmente, ed è sormontato da un ciborio posto su quattro colonnine paleocristiane in marmo, su cui è incisa una croce calvarica. I resti dell' elegantissimo ciborio originale sono conservati nel lapidario.
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