I Luoghi del Cuore
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CASTEL CAMPONESCHI

CASTEL CAMPONESCHI

PRATA D'ANSIDONIA, L'AQUILA

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CASTEL CAMPONESCHI
Spesso il silenzio la fa da padrone in questa Piana di Navelli, cuore medievale della regione Abruzzo, punteggiata da borghi  in pietra, castelli e antiche chiese. Ci si trova così in una vera e propria terra di mezzo della storia, della civiltà e delle tante architetture dell’Italia centrale. Assieme alla vicina valle del fiume Aterno, più selvaggia e ripida,  la Piana di Navelli rappresenta un comprensorio unico per via del territorio incontaminato e la ricchezza di antichi borghi custodi delle tradizioni locali. Questa terra di mezzo abruzzese costituisce il tessuto di collegamento tra la catena del Gran Sasso, ad est, e il massiccio del Sirente-Velino, ad ovest. Poggio Picenze,  Barisciano e San Pio delle Camere, coi loro castelli, Prata  d’Ansidonia, Caporciano, Civitaretenga, Navelli, capitale dello  zafferano, e Collepietro sono i principali borghi della Piana di  Navelli, percorsa per tutta la sua lunghezza da uno dei maggiori tratturi abruzzesi: il Tratturo Magno. E qui, come camminando nella storia, si incontra CASTEL CAPONESCHI. Cenni Storici Castel Camponeschi è un borgo fortificato sito sulla piana di Prata d’Ansidonia, in provincia dell’Aquila. Fu costruito intorno al XIII secolo (rimaneggiato poi nel XV secolo), e rappresentava l’originale castrum di Prata. Per la prima volta fu nominato nel 1508 come Castrum S. Petri Camponeschi. La tradizione vuole che il borgo fosse stato costruito all’epoca dell’edificazione della chiesa di San Paolo di Peltuinum, e che poi il feudo fosse passato nelle mani della famiglia aquilana Camponeschi. Dopo vari passaggi di mano in epoca spagnola, il castello fu feudo della famiglia Nardis dal 1634 al 1806. È stato abitato fino al 1963, quando l’ultima famiglia si trasferì a Prata. Dal 2003 fino al 2008 seguì un’importante operazione di restauro, abbandonata dopo l’ultimo terremoto. L’impianto è costituito da una cinta muraria rettangolare con resti di torri, unite ad abitazioni e palazzi. Le due porte medievali di accesso al cardo e al decumano sono perfettamente conservate. La porta ovest inoltre è affiancata da un grande torrione troncato a metà, e da una chiesa, oggi sconsacrata, dedicata a San Pietro. Il Castello Camponeschi è simile, al modello toscano di Monteriggioni nel quale le abitazioni sono completamente distaccate dalla cinta muraria. Rimangono tracce di sei torrioni quadrangolari che circondano il perimetro murario. All’interno della cinta muraria, la Chiesa di San Pietro, lo stile è medievale, la facciata è piatta con due portali e due piccoli rosoni. L’interno è diviso in due navate, e il campanile è ricavato in una delle torri. Il borgo fortificato di "Castel Camponeschi", sia per i notevoli accorgimenti difensivi che lo caratterizzano, sia per la suggestiva collocazione ambientale ed anche per il diffuso riutilizzo di elementi lapidei tratti dalla vicina Peltuinum, rappresenta un unicum in Abruzzo.

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Spesso il silenzio la fa da padrone in questa Piana di Navelli, cuore medievale della regione Abruzzo, punteggiata da borghi  in pietra, castelli e antiche chiese. Ci si trova così in una vera e propria terra di mezzo della storia, della civiltà e delle tante architetture dell’Italia centrale. Assieme alla vicina valle del fiume Aterno, più selvaggia e ripida,  la Piana di Navelli rappresenta un comprensorio unico per via del territorio incontaminato e la ricchezza di antichi borghi custodi delle tradizioni locali. Questa terra di mezzo abruzzese costituisce il tessuto di collegamento tra la catena del Gran Sasso, ad est, e il massiccio del Sirente-Velino, ad ovest. Poggio Picenze,  Barisciano e San Pio delle Camere, coi loro castelli, Prata  d’Ansidonia, Caporciano, Civitaretenga, Navelli, capitale dello  zafferano, e Collepietro sono i principali borghi della Piana di  Navelli, percorsa per tutta la sua lunghezza da uno dei maggiori tratturi abruzzesi: il Tratturo Magno. E qui, come camminando nella storia, si incontra CASTEL CAPONESCHI. Cenni Storici Castel Camponeschi è un borgo fortificato sito sulla piana di Prata d’Ansidonia, in provincia dell’Aquila. Fu costruito intorno al XIII secolo (rimaneggiato poi nel XV secolo), e rappresentava l’originale castrum di Prata. Per la prima volta fu nominato nel 1508 come Castrum S. Petri Camponeschi. La tradizione vuole che il borgo fosse stato costruito all’epoca dell’edificazione della chiesa di San Paolo di Peltuinum, e che poi il feudo fosse passato nelle mani della famiglia aquilana Camponeschi. Dopo vari passaggi di mano in epoca spagnola, il castello fu feudo della famiglia Nardis dal 1634 al 1806. È stato abitato fino al 1963, quando l’ultima famiglia si trasferì a Prata. Dal 2003 fino al 2008 seguì un’importante operazione di restauro, abbandonata dopo l’ultimo terremoto. L’impianto è costituito da una cinta muraria rettangolare con resti di torri, unite ad abitazioni e palazzi. Le due porte medievali di accesso al cardo e al decumano sono perfettamente conservate. La porta ovest inoltre è affiancata da un grande torrione troncato a metà, e da una chiesa, oggi sconsacrata, dedicata a San Pietro. Il Castello Camponeschi è simile, al modello toscano di Monteriggioni nel quale le abitazioni sono completamente distaccate dalla cinta muraria. Rimangono tracce di sei torrioni quadrangolari che circondano il perimetro murario. All’interno della cinta muraria, la Chiesa di San Pietro, lo stile è medievale, la facciata è piatta con due portali e due piccoli rosoni. L’interno è diviso in due navate, e il campanile è ricavato in una delle torri. Il borgo fortificato di "Castel Camponeschi", sia per i notevoli accorgimenti difensivi che lo caratterizzano, sia per la suggestiva collocazione ambientale ed anche per il diffuso riutilizzo di elementi lapidei tratti dalla vicina Peltuinum, rappresenta un unicum in Abruzzo.
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