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Nel comune di Borgone di Susa, in un'area boschiva su uno sperone roccioso in gneiss a ridosso di un massiccio montuoso che chiude sul versante N la stretta valle percorsa dalla Dora Riparia, sorge il monumento localmente conosciuto come "il Maometto". Il toponimo deriva da una edicola rupestre con all'interno raffigurata una figura che la tradizione popolare ha voluto identificare appunto con Maometto.
Il sito è piuttosto antico. Già all'inizio del sentiero nel bosco si trovano dei resti di fondamenta di vecchie abitazioni, realizzate probabilmente tra la fine dell'Età del Bronzo e la prima fase dell'Età del Ferro. Poco oltre si apre una radura dove si nota un grande masso erratico, con una insolita incisione rettangolare, a forma di tempietto, datata tra la seconda metà del II e la prima metà del III secolo d.C., in cui è raffigurato un personaggio maschile, a braccia aperte.
Si tratta di un'edicola scolpita a bassorilievo sulla parete rocciosa entro cui è raffigurata una figura maschile, vestita da una corta tunica e un mantello, con entrambe le braccia sollevate verso l'alto e reggenti due oggetti di non facile identificazione, posta su una base parallelepipeda; in basso, alla destra del personaggio, si trova una figura animale identificabile con un cane, attributo proprio di una divinità del pantheon romano: il dio Silvano.
La passeggiata nel bosco del Maometto consentirà di scoprire tracce molto antiche della presenza dell'uomo in Valle di Susa e di cogliere quanto, nel corso dei secoli, la tradizione popolare si sia nutrita di miti e leggende che, come spesso accade, trovano precisi fondamenti storici.
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