Una corda tesa tra la terra e il fiume: potremmo definire così Castelponzone, antico borgo murato senza più mura, che sorge sonnacchioso nella placida campagna cremonese cercando di salvare la memoria del passato, quando fiorenti erano i commerci e numerosi i cordai. La filiera agricoltura-artigianato teneva insieme il lavoro della terra, le funi prodotte dalla canapa, le botteghe e i commerci. Il cuore di tutto erano sempre la campagna e il Po, che un tempo scorreva a soli due km dall'abitato. Sotto i portici cinquecenteschi e nelle viuzze ciottolate del borgo, ferveva la vita. I mattoni rossi messi a nudo nel crollo degli intonaci rivelano storie scrostate, episodi dimenticati. Qui c'era un castello. Spianate le mura e colmato il fossato, rimane un borgo che vuole rivivere, rimangono le case sparse e le corti agricole, tra verdi distese di campi e viottoli campestri.
Si viene qui per fare l'elogio della ruralità, della vita di campagna; si viene qui per la nostalgia dei filari d'alberi che delimitavano i campi, per la visione bassa di pianura: orizzonti aperti, cascine, odori di stalla, profumo di fiori e scorrere di acque. Sede ogni anno della manifestazione SeMiScambi organizzata dal Gruppo FAI Giovani di Cremona e dall'Amministrazione Comunale