I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
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BAGNOLI, GROSSETO

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BAGNOLI
L'insediamento di Bagnoli si è formato a partire dal XIII secolo intorno alla chiesa romanica di Santa Mustiola. E' però col XVII secolo che si è avuta la maggiore espansione quando, intorno al nucleo principale, si sono formati nuovi villaggi e borghi: Canali, Capannelle, Capenti, Case Nuove, Grappolini, Piane e Piane del Maturo. Bagnoli era famosa per la lavorazione della lana, arte in cui Arcidosso si era sempre distinto, possedendo uno dei più importanti lanifici della zona. Altre attività degne di nota sono state l'agricoltura e il taglio della legna. La Pieve di Santa Mustiola, situata lungo la strada che dalla località Canali porta alle Capannelle, rappresenta senz'altro il principale edificio religioso della frazione. Ancora attiva, con la funzione domenicale delle 9:00, conserva, nonostante alcune ristrutturazioni, l'originaria struttura romanica. Ricordata sin dal 1205, fu ampliata con il transetto nel 1885. Altra piccola chiesetta padronale situata in direzione Canali è la Cappella della Natività, nota anche come cappella della Madonna del Presepe. Al suo interno sono conservati un monumentale altare in trachite ed i sepolcri della famiglia Tassi. Sulla lunetta decorata della facciata è scolpita la data 1708. Oggi versa in uno stato di semiabbandono e meriterebbe un generoso recupero. Tra le Architetture civili, meritano senz'altro menzione Villa Origa e il suddetto Lanificio. Villa Origa, anch'essa situata tra Bagnoli e Canali, era in origine un vecchio mulino, poi trasformato nel 1908 in residenza della contessa Origa. Restaurata di recente, è caratterizzata dalla tipica torretta e dal colore rosso acceso, suo colore originario. Il Lanificio dei Bagnoli, è un imponente edificio, oggi in rovina, valido esempio di architettura industriale situato presso la frazione nelle vicinanze della cascata. Destinato alla lavorazione della lana e voluto dal deputato Isidoro Maggi, fu attivo a più riprese tra il 1875 e il 1930. Sotto al lanificio, presso il fosso della Mastormola, erano situate le cave di terra gialla, scavate per la produzione di vernici, con i mulini delle Rossine e della Sega, oggi ristrutturati. Nella seconda metà dell'Ottocento, costituiva uno dei luoghi più importanti per l'industria locale, e dava lavoro a 90 operai. Al suo interno la lana appena tosata veniva lavorata fino alla tessitura completa, con macchinari di ultima generazione per quell'epoca. Il lanificio è stato successivamente adibito a magazzino della terra gialla, ed in seguito abbandonato. I colori prodotti con questa terra nel lanificio di Arcidosso sono stati esportati per rifornire le fabbriche di tutto il mondo, fino in Nuova Zelanda. Si è già accennato alla Cascata dell'Acqua d'Alto, situata sopra il paese sotto al Sasso della Vettoraia. E' alta 25 metri e si approvvigiona direttamente dalle falde del Monte Amiata. Preceduto da uno spiazzo, a pochi metri da un tornante sulla strada tra Bagnoli e i Capenti, il salto d'acqua si incunea tra alti alberi e rocce a picco coperte d'edera e muschio. Le grandi piante a cornice e lo scroscio dell'acqua donano a questo piccolo angolo di montagna un'atmosfera incantata. Osservando la cascata un'ora prima del tramonto, la luce che illumina il getto d'acqua l'accende dei colori dell'arcobaleno, variando il colore con il passare del tempo. Fino agli anni '50, la zona antistante la cascata è stata utilizzata come "dancing" all'aperto. D'estate costituiva il luogo di intrattenimento più "in" dell'intero Monte Amiata: musica dal vivo, panini preparati sul posto. E' stata a lungo inattiva ma da qualche anno l'amministrazione l'ha resa nuovamente fruibile da turisti e Caperci che possono riposarsi e rilassarsi al fresco della cascata utilizzando panche e tavoli. L'accesso alla cascata è aperto durante l'estate e per alcune festività nelle altre stagioni.

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L'insediamento di Bagnoli si è formato a partire dal XIII secolo intorno alla chiesa romanica di Santa Mustiola. E' però col XVII secolo che si è avuta la maggiore espansione quando, intorno al nucleo principale, si sono formati nuovi villaggi e borghi: Canali, Capannelle, Capenti, Case Nuove, Grappolini, Piane e Piane del Maturo. Bagnoli era famosa per la lavorazione della lana, arte in cui Arcidosso si era sempre distinto, possedendo uno dei più importanti lanifici della zona. Altre attività degne di nota sono state l'agricoltura e il taglio della legna. La Pieve di Santa Mustiola, situata lungo la strada che dalla località Canali porta alle Capannelle, rappresenta senz'altro il principale edificio religioso della frazione. Ancora attiva, con la funzione domenicale delle 9:00, conserva, nonostante alcune ristrutturazioni, l'originaria struttura romanica. Ricordata sin dal 1205, fu ampliata con il transetto nel 1885. Altra piccola chiesetta padronale situata in direzione Canali è la Cappella della Natività, nota anche come cappella della Madonna del Presepe. Al suo interno sono conservati un monumentale altare in trachite ed i sepolcri della famiglia Tassi. Sulla lunetta decorata della facciata è scolpita la data 1708. Oggi versa in uno stato di semiabbandono e meriterebbe un generoso recupero. Tra le Architetture civili, meritano senz'altro menzione Villa Origa e il suddetto Lanificio. Villa Origa, anch'essa situata tra Bagnoli e Canali, era in origine un vecchio mulino, poi trasformato nel 1908 in residenza della contessa Origa. Restaurata di recente, è caratterizzata dalla tipica torretta e dal colore rosso acceso, suo colore originario. Il Lanificio dei Bagnoli, è un imponente edificio, oggi in rovina, valido esempio di architettura industriale situato presso la frazione nelle vicinanze della cascata. Destinato alla lavorazione della lana e voluto dal deputato Isidoro Maggi, fu attivo a più riprese tra il 1875 e il 1930. Sotto al lanificio, presso il fosso della Mastormola, erano situate le cave di terra gialla, scavate per la produzione di vernici, con i mulini delle Rossine e della Sega, oggi ristrutturati. Nella seconda metà dell'Ottocento, costituiva uno dei luoghi più importanti per l'industria locale, e dava lavoro a 90 operai. Al suo interno la lana appena tosata veniva lavorata fino alla tessitura completa, con macchinari di ultima generazione per quell'epoca. Il lanificio è stato successivamente adibito a magazzino della terra gialla, ed in seguito abbandonato. I colori prodotti con questa terra nel lanificio di Arcidosso sono stati esportati per rifornire le fabbriche di tutto il mondo, fino in Nuova Zelanda. Si è già accennato alla Cascata dell'Acqua d'Alto, situata sopra il paese sotto al Sasso della Vettoraia. E' alta 25 metri e si approvvigiona direttamente dalle falde del Monte Amiata. Preceduto da uno spiazzo, a pochi metri da un tornante sulla strada tra Bagnoli e i Capenti, il salto d'acqua si incunea tra alti alberi e rocce a picco coperte d'edera e muschio. Le grandi piante a cornice e lo scroscio dell'acqua donano a questo piccolo angolo di montagna un'atmosfera incantata. Osservando la cascata un'ora prima del tramonto, la luce che illumina il getto d'acqua l'accende dei colori dell'arcobaleno, variando il colore con il passare del tempo. Fino agli anni '50, la zona antistante la cascata è stata utilizzata come "dancing" all'aperto. D'estate costituiva il luogo di intrattenimento più "in" dell'intero Monte Amiata: musica dal vivo, panini preparati sul posto. E' stata a lungo inattiva ma da qualche anno l'amministrazione l'ha resa nuovamente fruibile da turisti e Caperci che possono riposarsi e rilassarsi al fresco della cascata utilizzando panche e tavoli. L'accesso alla cascata è aperto durante l'estate e per alcune festività nelle altre stagioni.
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