“Il bel palazzotto dei Bagni Municipali” come lo definì Camillo Fresia (romanziere, giornalista memorialista, cultore di storia locale - n.d.r.), fu inaugurato a marzo del 1923 e dotato, ancora in fase di realizzazione, di servizi accessori rispetto al progetto: un impianto bagni per le scuole e un impianto interno lavanderia. All'interno, nelle parti laterali, avevano sede venti servizi igienici, otto vasche da bagno e dodici docce.
L’edificio fu totalmente finanziato dalla "Cassa Di Risparmio" e donato al Comune. Esso dotava la città nuova di un importante “presidio benefico di salute e igiene”, come cita la lapide all'ingresso, e colmava un’esigenza sentita da alcuni anni, per la quale era stata nel 1905 presentata da un privato (avvocato G. Bollano) domanda di costruzione di uno stabilimento in Corso Solaro angolo Corso Garibaldi, dotato di bagni turchi interni e di una vasca natatoria all'aperto, anch'essa a disposizione del pubblico.
L’edificio in Via Vittorio Amedeo fu realizzato senza alcune modificazioni estetiche rispetto ai disegni di Antonio F. Galliano: presenta numerosi elementi decorativi neoclassici, come i capitelli pseudo-ionici che sormontano i semi-pilastri scanalati delle facciate a sostegno del cornicione decorato a ghirlande e della balaustra del tetto. La parte centrale, sopraelevata di un piano rispetto alle laterali, le aperture e gli altri elementi architettonici richiamo invece lo stile decò.