
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Intitolata dal 12 novembre 2022 ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, L'Aula bunker dell'Ucciardone fu costruita appositamente in occasione del Maxiprocesso di Palermo contro l'organizzazione Cosa nostra. Si decise di costruirla in Via Enrico Albanese, all'interno del complesso del carcere Ucciardone, per permettere uno spostamento agevole dei detenuti. L'aula fu provvista di sofisticati sistemi di sicurezza, porte blindate e vetri antiproiettile per evitare attentati e fughe, mentre il soffitto fu costruito in modo che potesse resistere ad attacchi aerei.
L'esigenza era soprattutto quella di creare un'aula della dimensione adatta a ospitare centinaia di persone, dal momento che il Maxiprocesso coinvolse ben 475 imputati, oltre a testimoni e avvocati. Di forma ottagonale e provvista di sofisticati sistemi di sicurezza, porte blindate e vetri antiproiettile per evitare attentati e fughe, l'aula è sovrastata da un soffitto capace di resistere perfino ad attacchi missilistici. Il costo per la sua realizzazione ammontò a quasi 36 miliardi di lire. Data la necessità di costruirla in tempi brevissimi, i lavori furono eseguiti ogni giorno, dalle 6 alle 22, anche di domenica. Gli operai che lavorarono furono circa 120. La costruzione fu terminata in appena 6 mesi.
All'interno dell'aula il colore predominante è il verde: per questo fu soprannominata "Aula verde" o anche, per via della grandezza e della struttura ottagonale, "Astronave verde". Le gabbie riservate ai detenuti sono 30, di cui le ultime tre al Maxiprocesso furono riservate ai pentiti. Munite di gabbie di ferro e vetri blindati, possono accogliere ciascuna circa 20 detenuti. Sopra le gabbie ci sono tre tribune da 150 posti ciascuna: quella centrale riservata ai giornalisti, mentre le altre laterali sono destinate al pubblico. Di fronte alle gabbie, sula lato opposto dell'aula, prende posto la Corte; presidente, giudice a latere e giudici popolari. Dietro alla Corte è appeso sul muro un crocefisso di fabbricazione spagnola. Tra le gabbie e la Corte sono posizionate due file di tavoli per i difensori al centro, mentre la fascia destra e sinistra sono riservate ad altri imputati: al Maxiprocesso, a destra sedevano i 35 agli arresti domiciliari, e a sinistra i 112 a piede libero.
L'apertura di questo luogo in Giornate FAI è volta a onorare la memoria delle persone che diedero la loro vita in nome della giustizia, della verità e dello spirito di servizio a tutela della comunità.
Apprendisti Ciceroni Liceo Classico "Vittorio Emanuele II" di Palermo
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