Ogni 25 di marzo si celebra il Dantedì, una giornata in ricordo di Dante Alighieri: proprio questa data, infatti, è giorno in cui, secondo i dantisti, iniziò il viaggio nell'aldilà della Divina Commedia.
Il Vicepresidente Esecutivo FAI, Marco Magnifico, omaggia il Sommo Poeta dal Castello di Masino (TO).
Molti luoghi che rischiavano di essere dimenticati, sono rinati grazie a I Luoghi del Cuore.
Uno di questi è la Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto (BG), i cui lavori di restauro sono iniziati poche settimane fa.
Claudio Cecchinelli, Capo Delegazione FAI di Bergamo, ci racconta come una comunità intera, grazie al suo impegno e alla sua passione, sia riuscita a cambiare il destino di un luogo, dalla partecipazione al Censimento nel 2018, alla presentazione di un ambizioso progetto al Bando di finanziamento nel 2019, fino al recente avvio degli interventi di restauro.
Pinin Brambilla, classe 1925, è la maestra del restauro italiano: tra il 1978 e il 1999 ha compiuto il restauro dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, il più importante di sempre. E poi le pitture di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, gli affreschi di Masolino da Panicale nel Battistero di Castiglione Olona, l’elenco è infinito.
Le mani sapienti di Pinin Brambilla, chiamata al Monastero di Torba nel 1978 da Carlo Bertelli, si misero all’opera riportando alla luce e restaurando, sotto lo sguardo attento di Renato Bazzoni, gli affreschi d’epoca longobarda, ancora conservati sotto l’intonaco contadino. Negli anni successivi il FAI si è impegnato nella cura delle pitture murali, affidando allo studio di Pinin Brambilla campagne di manutenzione e restauro, come quella del 2007 e di oggi. Un nuovo intervento (cofinanziato da Regione Lombardia e dal generoso contributo di Andreina Pizzi), si è reso necessario per il precario stato di conservazione di alcune porzioni d’affresco e per la perdita di tono e forza nei colori e nei tratti.
Dopo 40 anni Pinin Brambilla è di nuovo al Monastero di Torba, a dirigere il cantiere sugli affreschi della Torre e ne parla con il Vicepresidente Esecutivo Marco Magnifico.
Attraverso i nostri Beni alla scoperta di un elemento che da nord a sud caratterizza i paesaggi del nostro Paese: il muretto a secco.
Dietro a una struttura all’apparenza semplice, costituita infatti solo da pietre sistemate una sopra l’altra, si nasconde un immenso valore ambientale, culturale e sociale. Nel 2018 la tecnica dei muretti a secco è stata infatti riconosciuta dall’UNESCO come arte ed è stata inserita nella lista del Patrimonio immateriale dell’Umanità, perché rappresenta
“una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura”.
Grazie all'impegno di Comitati spontanei, Associazioni locali e singoli cittadini tantissimi luoghi italiani vengono segnalati a I Luoghi del Cuore, il progetto dei luoghi da non dimenticare promosso da FAI e Intesa Sanpaolo. Ecco alcuni luoghi che sono stati salvati grazie alla loro partecipazione al Censimento del 2018.
È in corso l’intervento di restauro del tetto dell’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo di Lamoli di Borgo Pace (PU), Luogo del Cuore 1° classificato nella regione Marche grazie a 24.742 voti nel 2018.
Con 4.420 voti alla IX edizione del Censimento, sarà restaurata la statua della Madonna del Rosario nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Pieve di Cento (BO), danneggiata dal sisma del 2012.
Il Sacro Monte di Crea a Serralunga di Crea (AL) raccolse 17.883 voti nel 2018. Alla Cappella del Paradiso verranno recuperati il tetto, gli intonaci esterni e installati apparati fissi per future manutenzioni.
14.162 persone votarono l’Oratorio di San Bartolomeo di Prato alla IX edizione del Censimento. Sono iniziati i restauri conservativi degli affreschi dell’area absidale per arrestarne il progressivo deterioramento.
Continua a votare i tuoi Luoghi del Cuore su www.iluoghidelcuore.it
Forse non sai che in cinque dei nostri Beni ci sono altrettante ghiacciaie: quella di Villa Panza è la più romantica, il Castello di Masino cela la più misteriosa, quella di Villa Della Porta Bozzolo racconta del suo passato agricolo, la ghiacciaia di Villa del Balbianello è legata al suo ultimo proprietario, il Conte Guido Monzino.
Recentemente abbiamo riscoperto la ghiacciaia cinquecentesca di Villa dei Vescovi, grazie al sostegno di Epta.
Scopri di più nel video con Daniela Bruno, Responsabile Affari Culturali FAI.
Ogni giorno da 45 anni ci prendiamo cura di uno straordinario patrimonio d'arte e natura, con attenzioni e sollecitudine quasi materna.
Oggi vogliamo festeggiare tutte le mamme dedicando a loro questo piccolo viaggio nelle collezioni dei Beni del FAI, a cura dell’Ufficio Conservazione.
Presso l'Abbazia di Cerrate possiamo ammirare la Madonna del Popolo, affresco strappato del XVI secolo restaurato dal FAI nel 2017.
Una nicchia adiacente al Salone baronale del Castello della Manta ospita l’affresco del XV secolo della Madonna che allatta Gesù Bambino, denominata Madonna del latte
Tra le opere d'arte di Villa Necchi Campiglio a Milano c'è una miniatura di Jean-Baptiste Isabey, del 1810, dalla Collezione de' Micheli. Grazie a un'iscrizione sul verso sappiamo che raffigura la regina Hortense con in braccio il figlio, Napoleone III.
Giuseppe Panza scriveva che "la ricerca di purezza originaria della classicità è appartenuta a tutte le culture": ritroviamo il tema della maternità anche in una scultura d'arte primitiva in terracotta della sua Collezione, proveniente dal Mali.
Torniamo a Villa Necchi Campiglio per un'opera di Mario Sironi del 1929, La famiglia del pastore. Il dipinto fa parte della Collezione di 45 capolavori del Novecento donati al FAI da Claudia Gian Ferrari, gallerista e storica dell’arte milanese.
Il FAI da sempre si occupa con entusiasmo e passione dell’Italia e degli italiani, mettendosi in ascolto dei cittadini per ideare e immaginare insieme il futuro.