dal 27 ottobre 2023 al 24 marzo 2024

    Villa e collezione panza

    Piazza Litta, 1 VARESE

    prenotazioni e contatti

    0332283960
    faibiumo@fondoambiente.it
    "Per me è molto bella la sensazione di poter superare il tempo. Credo che l’arte davvero importante sia senza tempo" - Wolfang Laib

    Dopo il grande successo di pubblico, è stata prorogata fino a domenica 24 marzo 2024 Passageway, la mostra personale dell’artista tedesco Wolfgang Laib (Metzingen, 1950), fra i protagonisti internazionali dell’arte con-temporanea. Organizzata dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano a Villa e Collezione Panza a Varese, in esposizione quattro grandi installazioni - di cui una inedita e realizzata appositamente - studiate dall’artista per gli spazi delle Scuderie e delle Rimesse per le Carrozze. La mostra, allestita in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Giuseppe Panza di Biumo, è curata da Anna Bernardini.

    Il progetto di Wolfgang Laib fa parte di un programma espositivo quadriennale dedicato ai temi cari a Giuseppe Panza: “natura e forma”, “ritmo e dinamica”, “segno e messaggio” e “luce e colore”. In particolare, Passageway chiude il ciclo dedicato a “natura e forma” raccogliendo il testimone di Ex Natura. Nuove opere dalla Collezione Panza di Biumo, inaugurata un anno fa e terminata il 1° ottobre 2023. Dopo questa prima fase, le altre mostre saranno allestite a cadenza annuale, attingendo sia dalla nuova donazione Panza – un nucleo di 108 lavori di 26 artisti europei e americani, presentata dal FAI lo scorso anno – sia dalle opere della collezione permanente.
    L’intervento esclusivo di artisti contemporanei, non necessariamente collezionati da Giu-seppe Panza di Biumo ma affini ai contenuti della sua ricerca, dà inoltre vita ad alcune “mostre nelle mostre”, come Passageway, finalizzate a generare nuove suggestioni e ulteriori approfondimenti sul tema dell’anno.

    Wolfang Laib Untitled, 2023 - Ph. Michele Alberto Sereni © Courtesy Magonza
    Passageway Inside - Downside, 2011 - 2012 - Ph. Michele Alberto Sereni © Courtesy Magonza
    Passageway Inside - Downside, 2011 - 2012 - Ph. Michele Alberto Sereni © Courtesy Magonza
    Brahmanda, 2016 - 2022 - Ph. Michele Alberto Sereni © Courtesy Magonza

    Dimensione spirituale e approccio al misticismo sono le cifre che caratterizzano la ricerca artistica di Wolfgang Laib e che lo accomunano allo spirito collezionistico di Giuseppe Panza, sebbene nessuna sua opera sia presente nella storica raccolta. A Villa Panza, negli spazi delle Scuderie e delle Rimesse per le Car-rozze, l’artista tedesco, che fonde nella sua poetica cultura orientale e occidentale, è protagonista di un pro-getto espositivo realizzato con materiali organici e inorganici. Cera d’api, polline, riso, pietra, carta e ottone sono gli elementi che danno vita alle sue opere e rappresentano il punto di partenza per creazioni che trascen-dono l’esperienza visiva, e artistica, per condurre lo spettatore a una dimensione più intima e meditativa.

    Il vocabolario formale di Laib, che tende verso l’astrazione, è basato sulla stilizzazione di figure geometri-che e corpi solidi che rimandano a immagini elementari: case, montagne, barche e scale. La semplicità delle forme, dei colori e dei materiali utilizzati cela però significati molto più profondi e complessi, sospinti da un forte potere evocativo.

    La prima opera che si incontra in mostra nella Scuderia grande della Villa è Passageway Inside-Downside (2011-2012): cinquantadue elementi in ottone che evocano la forma di piccole barche appoggiate su altrettanti cumuli di riso, e rimandano all’idea del viaggio verso un altro mondo. Lo spazio della Scuderia piccola ospita invece l’opera Brahmanda (2016-2022), realizzata in granito nero e dalla forma ovoidale, ispirata a Brahma e al mito dell’uovo cosmico, simbolo della creazione dell’universo nella lingua sanscrita. Il percorso espositivo continua nella prima delle due rimesse delle carrozze con Crossing the River-for Bodhiharma (2021-2022): sette lavori di carta su legno, in cui il disegno emerge solo in base al modo in cui la luce si riflette nell’opera. Si tratta di un altro viaggio spirituale, stavolta in nome di Bodhidharma, mistico indiano che ha sposato i principî del Buddismo e delle arti marziali per mostrare la via della saggezza, dell’illuminazione interiore e della contemplazione.

    Infine, nella seconda sala delle rimesse, la mostra si chiude con un’installazione dal titolo Untitled 2023, un’opera site specific realizzata dall’artista con il riso e la cera d’api, materia duttile, malleabile il cui intenso profumo colpisce i nostri sensi. Attraverso Untitled 2023, Laib invita a compiere un’esperienza metafisica, pensata e realizzata esclusivamente per Villa Panza.

    Villa Panza non è un museo d’arte contemporanea, ma la casa del collezionista e della sua famiglia. Riflette e testimonia in modo inequivocabile la sensibilità, la cultura e il percorso di ricerca di Giuseppe Panza, che ha attraversato almeno tre generazioni di artisti, dagli anni ’50 del Novecento fino al 2010. La collezione qui custodita e il suo allestimento – concepito con eleganza e attenzione al rapporto tra architettura, natura, arredo e opere – sono un’opera in sé: quella del collezionista, di cui la Villa offre al pubblico l’esperienza unica, e che grazie a questa nuova esposizione sarà ancor più godibile e illuminante.

    Untitled, 2023 - Ph. Michele Alberto Sereni © Courtesy Magonza
    Passageway Inside - Downside, 2011 - 2012 - Ph. Michele Alberto Sereni © Courtesy Magonza

    Wolfgang Laib

    Wolfgang Laib è nato a Metzingen, nel sud della Germania, nel 1950. Si avvicina all’arte dopo gli studi in medicina e nel 1975 realizza la sua prima Milkstone, una lastra di marmo bianco ricoperta di latte. Nel 1977 comincia a raccogliere polline nei campi attorno alla sua residenza, inaugurando una pratica che sarà centrale nella sua produzione artistica.Tra il 1978 e il 1981 presenta i suoi famosi quadrati di polline in varie mostre personali in Germania, in Italia, in Svizzera e negli Stati Uniti. Nel 1983 inaugura i suoi primi lavori con il riso, e nel 1987 con la cera d’api. La prima “camera di cera” è del 1988: ne seguiranno molte altre, tra cui una permanente nei Pirenei, realizzata nel 2000, e una accanto al suo studio nel sud della Germania, nel 2004. Dal 2002 in poi realizza importanti opere con lacca birmana. Attualmente sta progettando la costruzione di un enorme Brahmanda da scolpire tra le colline granitiche del Puli Malai, in India.

    Sue mostre si sono svolte in musei, rassegne e istituzioni artistiche in tutto il mondo tra cui: l’Arc di Parigi, il Capc Musée d’Art Contemporain di Bordeaux, la Biennale di Sidney, il Toyota Municipal Museum, il National Museum of Modern Art di Tokyo, il National Museum of Contemporary Art di Seul, la Fondation Beyeler di Basilea, il Macro di Roma, il complesso di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, il Kunstmuseum di Bonn, il Reina Sofia di Madrid, il Musée de Grenoble, il MoMA di New York e il Centre Pompidou a Parigi.

    Vive in un piccolo villaggio nel sud della Germania e ha studi nel sud dell’India e a New York, dove trascorre parte dell’anno. Ha ricevuto il Praemium Imperiale a Tokyo nel 2015.

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