"Non so cosa sia successo al tempo. Se sia esploso tutto d’un colpo, se si sia lentamente riempito di fessure sempre più sottili fino a sbriciolarsi, se si sia deformato, contorcendosi, accartocciandosi, aggrovigliandosi su se stesso". Il Crollo del Tempo, Italo Calvino
Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano presenta Nel Tempo, una mostra che, attraverso cinquantanove opere di ventitré artisti provenienti dalla collezione di Giuseppe Panza di Biumo, esplora un argomento tra i più misteriosi e complessi della nostra vita. Tra gli autori: Hanne Darboven, On Kawara, Joseph Kosuth, Jan Dibbets, Walter De Maria, Franco Vimercati, Cioni Carpi, Maurizio Mochetti e Robert Tiemann. Dal 6 giugno 2024 al 6 gennaio 2025 a Villa Panza, Varese. A cura di Gabriella Belli con Marta Spanevello.
"Nell’arte contemporanea il tempo è, appare, si palesa. È un fenomeno da indagare, non come simbolo o divinità, ma come presenza immateriale e intangibile, liquido amniotico del cosmo nel quale galleggiamo, culla di ogni nostro stato d’animo, di ogni azione, di ogni risveglio, di ogni nostra immagine e rappresentazione della realtà." afferma Gabriella Belli - da Febbraio 2024 curatrice del progetto scientifico di Villa e Collezione Panza - introducendo l’esposizione articolata in due registri narrativi, il tempo eterno e il tempo della realtà, che guidano il visitatore nelle cinque sezioni della mostra: il senso (del tempo), la durata (del tempo), i luoghi (del tempo), il rumore (del tempo) e l’esperienza (del tempo).
Una riflessione, quella sul tempo e l’arte, particolarmente presente a Villa e Collezione Panza, come dichiara Marco Magnifico Presidente FAI "Nel momento in cui si apre un dialogo personale con un’opera d’arte il tempo perde la sua variabile fisica per assumerne una spirituale, dunque senza tempo. In tutte le opere esposte in questa rassegna la riflessione sulla "fisicità” del tempo – e dunque anche sulla sua “non fisicità” – è l’oggetto stesso dell’ispirazione artistica. Il tempo, come tutto nella vita, è ma può anche non essere: tutto sta nello spessore che sappiamo dargli e … nel tempo che vogliamo dedicargli".
L’esposizione si apre con un lavoro di Gregory Mahoney, Time Study (2000) in cui venti lettere in acciaio ossidato e fuliggine compongono la scritta Time exists in the minds, interrogando il pubblico, fin dall’inizio della visita, sul valore del tempo. Segue la piccola scultura di Franco Monti dal titolo evocativo Emerging time (2002) a ricordarci che il tempo avanza, procede e ci precede. L’indagine prosegue con i lavori di Allan Graham, Susan Kaiser Vogel, Grenville Davey e William Metcalf, opere prive di coordinate temporali certe, che raccontano un tempo metafisico e assoluto. Si passa quindi al concetto di tempo come durata con gli artisti che più hanno ossessivamente misurato il tempo lineare e progressivo: Hanne Darboven, On Kawara, Jan Dibbets, Franco Vimercati, ma anche con Walter De Maria, Cioni Carpi, Maurizio Mochetti e Robert Tiemann.
Tra le curiosità della sezione è l’opera One Million Years di On Kawara, che prevede la lettura di un milione di anni, scritti sotto forma di date in dieci grandi volumi, e che sarà oggetto di una performance dal vivo aperta al pubblico (per candidarsi, scrivere a faibiumo@fondoambiente.it). Nelle opere di Vincenzo Agnetti, Pier Paolo Calzolari, Stephan Dean, Lawrence Carroll e Ron Griffin, il tempo è inteso come frammento, strettamente connesso all’elemento biografico: facendo ricorso a coordinate geografiche e temporali precise questi autori rappresentano i luoghi della memoria, del ricordo.
La mostra prosegue con le installazioni sonore di Michael Brewster e le macchine in movimento di Piero Fogliati; i due artisti creano strumenti e meccanismi che emettono vibrazioni sonore e rompono il silenzioso fluire del tempo, permettendoci di udirne il rumore.
L’ambiente dedicato a Paolo Fogliati è completato da Fleximofono 2002 (Molle in acciaio armonico, piastra in ferro - 256 x 35,5 x 35,5 cm) opera donata nel 2024 al FAI dal figlio dell’artista Paolo Fogliati. Nella scuderia piccola nell’ala dei Rustici l’installazione The Eighth Investigation, Proposition 3 di Joseph Kossuth accoglie lo spettatore, invitato a compiere l’azione del tempo sedendosi al tavolo e sfogliando i quaderni esposti, mentre sulle pareti scorrono le lancette di ventiquattro orologi che segnano orari diversi.
Il percorso di visita si conclude con la proiezione del film di Buster Keaton "Seven Chances", un film muto del 1925, straordinaria interpretazione dell’attore americano che, in sequenze comiche e surreali, trasferisce nel mezzo cinematografico il senso del tempo che la mostra ha raccontato al suo pubblico.
Nel Tempo è un progetto espositivo dedicato a uno dei temi cari a Giuseppe Panza di Biumo, che intende valorizzare un nucleo di opere facenti parte della recente donazione di Rosa Giovanna Magnifico e della famiglia Panza al FAI (2022). La mostra si avvale inoltre di prestiti temporanei della Panza Collection di Mendrisio.
L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo, ampiamente illustrato ed edito da Magonza Editore, con un testo introduttivo di Gabriella Belli e schede critiche di Marta Spanevello. Arricchiscono il volume due preziosi saggi di Italo Calvino - Il crollo del tempo (su alcuni disegni di Saul Steinberg), 1977 - e di Ivano Dionigi - un estratto dal libro Segui il tuo Demone del 2020 - gentilmente concessi per questa pubblicazione.
Il percorso espositivo è accompagnato anche da podcast che guidano il visitatore alla comprensione delle opere ed è arricchito da suggestioni di filosofi e letterati, facili chiavi di lettura che rimandano alla riflessione sul tema del tempo che da secoli interroga l’uomo.
Artisti in mostra: Vincenzo Agnetti, Michael Brewster, Pier Paolo Calzolari, Cioni (Eugenio) Carpi, Lawrence Carroll, Hanne Darboven, Grenville Davey, Walter De Maria, Stephen Dean, Jan Dibbets, Piero Fogliati, Allan Graham, Ron Griffin, Susan Kaiser Vogel, On Kawara, Joseph Kosuth, Gregory Mahoney, William Metcalf, Maurizio Mochetti, Franco Monti, Robert E. Tiemann, Franco Vimercati, Ian Wilson.
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