Il Delta del Po rappresenta un autentico mosaico naturale di canali, lagune e terre emerse che danno vita a un paesaggio unico e in continua evoluzione. Ancora oggi, la natura regala nuove terre emerse o si riprende parti di esse. Per la sua ricchissima biodiversità è una zona di grande importanza ecologica, tanto che nel 2015 è stata riconosciuta dall’UNESCO come Riserva della Biosfera, ovvero un’area per la sperimentazione di proposte di sviluppo a beneficio delle comunità locali. Gli uomini che abitano queste valli, da secoli vivono tra terra e acqua. Numerosi borghi e paesi, come Porto Tolle, Adria e Rosolina, offrono uno spaccato della vita tradizionale legata alla pesca, all'agricoltura e alla navigazione fluviale. Il Parco del Delta del Po occupa 64.000 ettari, distribuiti su 2 Regioni: 52.000 ettari sono in Emilia Romagna, tra le province di Ferrara e Ravenna, e circa 12.000 ettari sono in Veneto all’interno della provincia di Rovigo. La provincia di Rovigo prende anche il nome di Polesine, che dal latino significa “terra paludosa”. I nobili veneziani, già nel Seicento impegnarono grandi capitali nella bonifica dei territori e, nel 1604, con il “Taglio del Po” deviarono il corso del fiume verso Sud per timore che nel tempo potesse interrare la laguna veneziana. Non si può pensare al polesine senza citare le sue tremende alluvioni: quella di novembre 1951 causò circa cento vittime (e più di 180.000 senzatetto): le molte conseguenze sociali ed economiche si riproposero anche nel 1966, con una seconda alluvione
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