FOSSA

FOSSA, L'AQUILA

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Il primo documento in cui viene citato il nuovo nucleo abitativo di Fossa è una bolla papale del 1204 che testimonia l’appartenenza del paese alla Diocesi Forconese. Un altro documento del 1269 testimonia che il comune sottoscrisse la partecipazione alla fondazione della nascente città dell’Aquila, sebbene gli stessi fossolani, probabilmente non solo per puro campanilismo, non si trasferirono ne edificarono mai nel luogo loro destinato all’interno della Civitas Nova. Ancor oggi questo spazio risulta vuoto e conosciuto come Campo di Fossa. In epoca feudale ed oltre il paese passò di proprietà tra duchi e baroni come attestato ancora in altri documenti fino al 1663. In un’area molto ristretta si rincorrono infatti secoli di archeologia, arte, architettura, miti e leggende, illustri e santi personaggi che hanno caratterizzato la storia e la cultura di un cosi piccolo centro urbano. Il borgo iniziò quindi ad espandersi al di fuori dello stesso dalla fine del XIII sec. lungo la dorsale della stessa dolina carsica. La prima fase di espansione si esplica con un insediamento di tipo concentrico intorno al recinto fortificato, ed alle stesse curve di livello del declivio, e con funzione di sedimentazione, mentre la seconda fase, con emergenze quattro-cinquecentesche ha carattere di accorpamento. L’urbanistica della parte alta si adagia sulla topografia del luogo assumendo pertanto le caratteristiche dei borghi alto medievali con stradine strette ed avvolgenti gli edifici, percorsi tortuosi ed in forte pendenza, terrazzamenti rocciosi, muri in pietra. Nella seconda fase il nucleo centrale trova il suo fulcro nella strada principale del paese, che si andò a collocare e sovrapporre esattamente al di sopra del declivio del monte. Lungo di essa si affacciano molti nuclei abitativi e su di essa convergono tutte le stradine secondarie. Questa seconda fase denota pertanto un carattere più lineare dell’impianto urbanistico in aperto contrasto con la fase iniziale. In questa seconda fase di sviluppo troviamo tra i massimi esempi di architettura civile medievale: la trecentesca Casa Torre dei Campione con la classica dislocazione a piani ovvero in cui il piano terra era adibito a locale di artigianato e commercio, il primo piano ad abitazione ed infine l’ultimo aveva funzione di difesa. La quattrocentesca Casa Masci si presenta in uno degli scorci più suggestivi del borgo: sobria ed elegante nel pieno rispetto dei canoni dell’architettura rinascimentale. Di pregiata realizzazione artistica sono i portali in pietra di numerosi palazzi cinquecenteschi adornati dal tipico stemma francescano raffigurante il simbolo di San Bernardino da Siena ovvero il sole recante all’interno il monogramma IHS : JESUS HOMINUM SALVATOR. Diversi palazzi nobiliari (Bonanni, Lazzaro) proseguono dalla fine del cinquecento al tardo ottocento comprovando con la loro presenza la persistente ricchezza economica del piccolo borgo. Seriamente danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009, il borgo è in fase di ricostruzione.
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